IDV: SOLO MODO PER ASSICURARSI COSCIENZA; E ATTACCA CONFINDUSTRIA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 nov. - Il gioco come le sigarette: nuoce gravemente alla salute. Tanto da scriverlo sopra alle macchinette, cosi' come avviene sui pacchetti delle 'bionde'. A proporlo e' Silvia Noe', consigliera regionale Udc, che replica cosi' ai messaggi lanciati oggi dalla federazione di Confindustria che riunisce le aziende del settore dei giochi autorizzati dallo Stato. Una proposta bocciata pero' sul nascere dalla capogruppo Idv in Regione, Liana Barbati. "Un modo per assicurarsi la coscienza e contemporaneamente il mercato", liquida la dipietrista. Due approcci diversi, tra Udc e Idv, anche rispetto alle posizioni espressa da Confindustria. Secondo Noe', infatti, e' "importante" che gli industriali abbiano "sentito l'esigenza di affrontare il tema di un uso eccessivo che puo' portare alla dipendenza. Da qui la necessita' che questa consapevolezza si trasformi in un atto di collaborazione per prevenire e curare questa dipendenza".
Per l'esponente Udc, dunque, "sarebbe forse opportuno che, come avviene per le sigarette, dove ogni pacchetto riporta la pericolosita' del fumo, cosi' pure sulle macchinette e nelle sale da gioco vengano riportati due messaggi: l'uso prolungato puo' portare alla dipendenza; il luogo e l'associazione a cui eventualmente rivolgersi, nel caso si voglia chiedere aiuto". Secondo Noe', infatti, "non possiamo assolutamente sottovalutare questo fenomeno perche' oggi anche il ministero della Salute ha riconosciuto questa dipendenza come una patologia, la ludopatia, che deve essere prevenuta, curata e contrastata". Chi invece attacca a testa bassa Confindustria e' la capogruppo Idv in Regione, Liana Barbati, a cui non sono piaciute le lamentele per la "campagna denigratoria" ai danni dei gestori di sale da gioco e videoslot. Ma il vero bersaglio dei dipietristi e' Confindustria. "La lotta alla ludopatia sarebbe una campagna denigratoria?- si chiede polemica Barbati- e' evidente che il mercato non ha piu' alcuna remora a lucrare sulla dipendenza". Secondo l'esponente Idv, in particolare "colpisce che un malato di ludopatia sia definito un giocatore che esagera". Invece, questa "pericolosa devianza va combattuta con estrema attenzione". Anche per Confindustria, stuzzica Barbati, "deve esserci qualcosa di deviante e pericoloso nelle slot e nei videopoker, se per prima precisa che i loro gestori loro associati non aprono sale giochi davanti a ospedali e chiese.
Perche' no, se sono macchine sicure?".
La verita', secondo l'Idv, e' che "la dipendenza dal gioco d'azzardo e' stata riconosciuta a tutto tondo una malattia, distruttiva e generante sofferenza, e come tutte le dipendenze patologiche, contrastarla richiede non da ultimo un'operazione culturale". Per questo, attacca Barbati, "riteniamo che la proposta di chi difende le slot di distribuire materiale informativo nelle scuole e di predisporre un vademecum su come affrontare il gioco, equivalga alla scritta 'nuoce gravemente alla salute' sul pacchetto delle sigarette: un modo per assicurarsi la coscienza e contemporaneamente il mercato". (Wel/ Dire)