SU ATTUALITÀ E FUTURO DELL'APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 nov. - Attualita' e futuro dell'approccio multidisciplinare nel trattamento di quanti sono colpiti da tumore metastatico del colon retto: sono stati gli argomenti al centro di una importante due giorni che si si e' conclusa sabato a Roma, presso l'NH Giustiniano di via Virgilio.
La conferenza e' stata organizzata da Serono symposia international foundation (Ssif) e ha visto riuniti nella capitale i massimi esperti a livello internazionale nel campo dell'oncologia. Il tumore del colon retto, generalmente conosciuto come tumore dell'intestino, e' la terza causa di morte per cancro al mondo. Un quarto dei pazienti riceve la diagnosi quando la malattia e' gia' in fase metastatica (stadio IV) e quasi il 50% di quanti sono affetti da tumore del colon retto sviluppa metastasi. Nel trattamento di questi pazienti, l'approccio multidisciplinare e' fortemente consigliato per due motivi: da un lato migliora i risultati clinici, dall'altro aumenta la loro sopravvivenza. "Nel tumore del colon retto- afferma il professor Rene' Adam, Presidente della Conferenza di Roma e a capo della Chirurgie Oncologique, Centre Hepato-Biliaire, del Paul Brousse Hospital, Villejuif, Francia- e' assolutamente necessario che i diversi professionisti che si occupano di cure sanitarie operino insieme alla ricerca del miglior trattamento adatto ad ogni singolo paziente. Lo scorso anno abbiamo elaborato un importante documento relativo alle modalita' di trattamento delle metastasi nel tumore del colon retto e siamo giunti alla conclusione che la resecabilita' e il tasso di sopravvivenza migliorano all'interno di quei centri specializzati che si servono di specialisti della multidisciplinarieta': mi riferisco, in particolare, a radiologi, patologi, oncologi e chirurghi del fegato".
Tra i temi di maggiore interesse, il futuro dei biomarcatori come aiuto per un trattamento efficace. Negli ultimi anni, numerose terapie mirate sono state sviluppate per il trattamento del tumore del colon retto. Queste terapie innovative colpiscono i geni difettosi o le proteine che, in alcuni tipi di cellule tumorali, sono presenti in quantita' anomala e che contribuiscono alla crescita del tumore e al suo sviluppo.
Gli anticorpi monoclonali rappresentano un tipo di terapia mirata che agisce interferendo con quelle particolari molecole che sono necessarie alla crescita del tumore e alla sua proliferazione. Gli anticorpi monoclonali possono essere piu' efficaci e piu' tollerabili degli altri trattamenti poiche' attaccano specificamente le cellule tumorali, ma non le cellule sane.
"Anche nel nostro Paese- spiega Alberto Sobrero, direttore dell'Unita' di Oncologia dell'Ospedale San Martino di Genova- il tumore del colon retto e' tra le neoplasie piu' frequenti e colpisce circa 40.000 italiani all'anno. Un gran numero di pazienti si presenta alla diagnosi quando ormai il tumore si e' gia' diffuso ad altri organi, piu' frequentemente al fegato. In questi pazienti, in cui il tumore del colon retto e' gia' metastatizzato al fegato, alcuni farmaci chemioterapici e biologici riducono la massa tumorale, permettendo la resezione delle metastasi che, in alcuni casi, si traduce in una possibilita' di cura. La combinazione di terapie farmacologiche avanzate e nuove tecniche chirurgiche rappresenta, quindi, uno strumento fondamentale nel trattamento di questa neoplasia, rendendo assolutamente necessaria una stretta collaborazione multidisciplinare fra i diversi specialisti".
Durante i lavori non mancheranno momenti emozionanti: il piu' toccante quello in cui due pazienti guariti, una donna italiana ed uno uomo svedese, racconteranno la propria esperienza a contatto diretto con la malattia. "Ssif e' fortemente convinta che la formazione continua rappresenta un'assoluta priorita' in oncologia- ha spiegato la dottoressa Michele Piraux, Segretario del Consiglio di Amministrazione di Serono Symposia International Foundation- La costante evoluzione della conoscenza medica in questo ambito rende necessario sia creare maggiori opportunita' di dibattito, sia comprendere meglio come migliorare la vita dei pazienti, anche attraverso le loro testimonianze".
(Wel/ Dire)