"SDEGNO PER DISINTERESSE REGIONE LAZIO, NO A CHIUSURA 13 STRUTTURE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 nov. - "Il Comitato per la difesa del San Raffaele ha appreso con soddisfazione della manifestazione organizzata unitariamente sotto la Prefettura di Roma dalle organizzazioni sindacali di Roma e Lazio Cgil, Cisl, Uil ed Ugl per domani alle 10. La manifestazione ha lo scopo di denunciare il grave stato di crisi che sta rischiando di travolgere il Gruppo San Raffaele cancellando dal panorama della sanita' laziale e nazionale migliaia di prestazioni ospedaliere, residenziali ed ambulatoriali nonche' migliaia di posti di lavoro". E' quanto si legge in una nota del Comitato per la difesa del San Raffaele.
"Una numerosa delegazione del nostro Comitato- prosegue il comunicato- sara' presente per gridare lo sdegno e la preoccupazione a fronte dell'ingiustificabile disinteresse ed dell'indifferenza con la quale l'amministrazione della Regione Lazio sta di fatto vanificando tutti gli sforzi degli operatori che continuano a garantire un elevato livello qualitativo delle prestazioni sanitarie senza fare pesare sui cittadini il grande disagio derivante dalla crisi finanziaria generata dall'inerzia regionale. Ricordiamo che il Comitato per la difesa del San Raffaele si e' costituito oltre un anno e mezzo fa per tutelare il diritto al lavoro ed all'assistenza di operatori, pazienti e loro familiari delle Strutture San Raffaele di Roma e del Lazio".
"La chiusura delle 13 strutture sanitarie del Gruppo San Raffaele di Roma- conclude la nota- comporterebbe la dispersione di un patrimonio della sanita' regionale e nazionale che ricomprende l'Irccs San Raffaele Pisana, Istituto di rilievo nazionale ed internazionale per l'attivita' sanitaria e per quella di ricerca applicata all'assistenza; 12 strutture sanitarie distribuite tra Roma e Provincia, Cassino e Viterbo; oltre 1.400 posti letto ospedalieri e residenziali dedicati alla riabilitazione di pazienti adulti e pediatrici affetti da diverse patologie altamente invalidanti quali cerebrolesioni acquisite alla nascita, da trama, emorragiche, Parkinson, SLA, Sclerosi multipla, etc., postumi da trapianto cuore e polmone, postumi da ischemia cardiaca, scompensi, insufficienze respiratorie, gravi forme di ritardo mentale, sindrome di down etc; quasi 200 malati terminali trattati quotidianamente in assistenza domiciliare per alleviare le loro sofferenze; circa quattrocento pazienti pediatrici con disabilita' anche gravi dell'eta' evolutiva trattati quotidianamente; oltre 1.000 pazienti trattati negli ambulatori, negli studi medici e nei centri di diagnostica per immagini; oltre 2mila operatori tra dipendenti e collaboratori direttamente impiegati nell'assistenza e 3mila impiegati nell'indotto.
(Wel/ Dire)