(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 mar. - Il tragico caso del
sorbitolo acquistato su internet che ha provocato il decesso di
una giovane donna e' solo la punta emersa di un grande pericolo
in agguato sotto la superficie del web. Questo il parere
dell'Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di
Roma che lancia anche un appello a tutti i cittadini e un monito
ai suoi iscritti.
"Quando un medico gli prescrive un farmaco, per il paziente e'
un pericoloso azzardo procurarselo attraverso internet anziche'
nell'unico modo sicuro, cioe' in farmacia. A fronte della
convenienza economica che i vari siti offrono- evidenzia con
preoccupazione Roberto Lala, presidente dell'Ordine capitolino-
non c'e' alcuna garanzia sull'efficacia e sulla sicurezza dei
farmaci che vengono cosi' venduti e che spesso sono persino
falsificati. Pertanto invito tutti i cittadini a evitare sempre
di mettersi in un rischio che puo' anche costare la vita".
L'Ordine auspica che l'Italia e l'Europa adottino prima possibile
una legge che vieti questo commercio o, quantomeno, lo autorizzi
solo mediante siti ufficiali e regolamentati da norme precise,
eventualmente collegati direttamente alle stesse case
farmaceutiche o alle farmacie. Chiede, inoltre, che il Governo
nazionale e l'Aifa promuovano, con la collaborazione degli ordini
dei medici e dei farmacisti, un'apposita campagna d'informazione
della popolazione sui rischi connessi all'incauto acquisto di
prodotti medicinali sul web. "Siamo ben consapevoli che i prezzi
vantaggiosi e la facilita' di acquisto, nonche' spesso
l'anonimato, fungono da suadenti sirene per i naviganti di
internet e per quei pazienti in difficolta' economiche- aggiunge
Lala- ma proprio per questo possono nascondere un inganno e
comportare gravi pericoli per la propria salute che e' davvero
insensato correre". Una posizione molto netta e' poi presa nei
confronti di quei medici che per qualsiasi motivo dovessero
ricorrere in prima persona all'acquisto sul web di farmaci da
prescrivere e somministrare ai propri pazienti. "Diffido ogni
nostro iscritto a incorrere in tale pratica perche' se cio'
dovesse verificarsi, al di la' dei provvedimenti di competenza
della Magistratura, si configurerebbe una violazione del codice
deontologico che come Ordine saremmo inflessibili nel
sanzionare", avverte con forza il presidente. "Insieme alla
tutela primaria del paziente siamo, infatti, determinati a
tutelare anche l'immagine della nostra categoria che non puo'
essere lesa dal comportamento superficiale di qualche suo singolo
appartenente. Poiche' e' una professione al servizio della
collettivita', svolta ogni giorno con dedizione e grande
preparazione dal 99 per cento di chi porta un camice bianco".
(Wel/ Dire)