SE NE PARLA AL CONVEGNO 'FERTILITÀ E DISTURBI ALIMENTARI' A ROMA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 19 mar. - L'obesita' ha
ripercussioni negative sulla salute riproduttiva delle donne:
riduce, infatti, le possibilita' di concepimento spontaneo e i
successi dei trattamenti per l'infertilita'. Questi, in sintesi,
i risultati dello studio pubblicato sul 'Journal of Humane
Reproductive Sciences' e presentati la scorsa settimana a Roma
nel corso del convegno 'Fertilita' e disturbi alimentari',
organizzato dalla dottoressa Maria Giuseppina Picconeri,
ginecologa specialista in medicina della riproduzione e
responsabile del Nike medical center della Capitale.
Dallo studio emerge che l'obesita' nelle donne sarebbe
associata non solo ad infertilita' e sterilita', ma anche ad un
aumento del tempo necessario per il concepimento. I risultati
della ricerca forniscono dati sulla fecondazione assistita:
producendo un minor numero di follicoli e, quindi, di ovociti, le
donne che soffrono di obesita' richiedono dosi maggiori di
gonadotropine per la stimolazione ovarica. I tassi di
fecondazione, quindi, sono piu' bassi.
"Si stima che l'obesita' causi infertilita' nel 12% dei casi
-ha dichiarato Picconeri- e che, ripristinando un peso normale in
maniera graduale e duratura, nel 70% dei casi, si recuperi anche
la capacita' riproduttiva. Questo dimostra come, nella cura
dell'infertilita', sia fondamentale svolgere esami diagnostici e
approfondimenti a 360 gradi".
Nelle donne obese l'infertilita' e' provocata principalmente
dall'alterazione della produzione degli ormoni steroidei, che
interferisce con la regolazione centrale del ciclo mestruale:
tutto questo, puo' determinare una riduzione del numero dei cicli
che si aggrava fino all'amenorrea. L'obesita' e' anche associata
alla sindrome dell'ovaio policistico, causa di infertilita'.
L'obesita', che in Italia riguarda il 10% della popolazione,
non e' tuttavia l'unico aspetto legato all'alimentazione che
compromette le capacita' riproduttive: al convegno sono state
affrontate anche le questioni relative all'anoressia, che
interessa il 3% della popolazione e alla celiachia.
Partendo dall'anoressia, le donne con meno del 22% di grasso
corporeo, soffrono di amenorrea ipotalamica, una condizione
dovuta ad una alterazione della regolazione centrale del ciclo
per cause di natura psichica, l'anoressia mentale o per
un'intensa attivita' sportiva. Anche in questo caso, recuperare
almeno il 90% del peso-forma significa tornare ad essere fertili,
anche se in una percentuale piu' bassa rispetto alle donne obese:
l'incidenza di fattori come ansia o disordini alimentari,
ostacola il recupero della funzione ovulatoria fino al 30% dei
casi.
Nella celiachia, invece, la complicanza piu' diffusa sembra
essere quella correlata alla poliabortivita', a cui vanno
incontro le donne che non si curano: questa diffusa patologia, se
non affrontata in maniera adeguata infatti "divora" la placenta.
Negli ultimi anni e' stato comunque dimostrato come nei pazienti
celiaci una stretta e continua dieta priva di glutine, sia
efficace e sicura nel prevenire le complicanze legate alla
poliabortivita' e all'infertilita'.
Anche nella popolazione maschile l'obesita' rappresenta un
fattore di rischio per la fertilita': tra gli uomini in
sovrappeso od obesi, gli spermatozoi presenti nel liquido
seminale sono piu' lenti e in numero inferiore, rispetto agli
uomini con peso nella norma. Inoltre, negli uomini affetti da
alterazioni cardiache o nei pazienti diabetici, l'obesita' puo'
compromettere la funzione erettile.
(Wel/ Dire)