SANITÀ. CARCERI, GARANTE DETENUTI: NEL LAZIO SITUAZIONE CRITICA
"POCO PERSONALE, MACCHINARI FERMI E LUNGHE LISTE D'ATTESA".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 mar. - Mesi di attesa per
interventi chirurgici anche delicati, lunghe liste d'attesa per
ogni tipo di prestazione, macchinari nuovi e mai utilizzati per
mancanza di tecnici, specialisti presenti una volta a settimana
che devono far fronte ad oltre 600 pazienti, appuntamenti
diagnostici fuori del carcere prenotati da mesi che saltano per
mancanza di scorta. E' questo il drammatico quadro della sanita'
penitenziaria nel Lazio tracciato dal Garante dei detenuti
Angiolo Marroni.
Il sistema carcerario del Lazio ha una situazione
infrastrutturale potenzialmente buona, con infermerie in ognuna
delle 14 carceri della Regione, un Centro Clinico di rilievo
nazionale a Regina Coeli, una infermeria di terzo livello a
Rebibbia N.C., due strutture sanitarie protette all'ospedale
Pertini di Roma e al Belcolle di Viterbo, una struttura di
osservazione psichiatrica a Rebibbia N.C. ed una per i minorati
psichici a Rebibbia Penale Rebibbia.
"Ma queste strutture, per funzionare bene hanno bisogno di
personale e di risorse, che non ci sono- ha detto il Garante dei
detenuti Angiolo Marroni- e, soprattutto, sono dimensionate su
una capienza regolamentare di 4.500 detenuti, mentre oggi, nel
Lazio, siamo arrivati ad oltre 6.800 reclusi. Per questo, in
queste ultime settimane, dopo i quattro decessi in un mese
registrati solo a Roma, ho chiesto ai miei collaboratori di fare
un check up alla sanita' penitenziaria. I risultati che ne sono
usciti disegnano un quadro a dir poco critico che conferma come
quello alla salute sia quello piu' fra i meno garantiti in
carcere". Sono queste alcune delle criticita' evidenziate nel
rapporto del Garante. Nel carcere di Frosinone ogni turno viene
coperto da due soli infermieri (uno la sera), in una struttura
che ospita 540 detenuti garantendo contemporaneamente la
somministrazione dei farmaci, l'effettuazione dei prelievi e
l'assistenza alle visite dei medici.
In una delle sezioni di Rebibbia N.C. con oltre 400 detenuti,
il turno viene garantito da due/tre infermieri. A Velletri, il
nuovo padiglione per oltre 200 reclusi e' stato parzialmente
aperto in attesa delle assunzioni del personale medico e
paramedico. In questa struttura la terapia farmacologica viene
somministrata dalle 18.00 fino alle 21.00. Al Mammagialla di
Viterbo, gli infermieri sono insufficienti, come a Cassino, dove
ci sono molte difficolta' nell'ottenere il ricovero dei detenuti
nell'ospedale cittadino, nonostante le richieste presentate dalla
direzione sanitaria del carcere al pronto soccorso dell'ospedale.
A Frosinone, Cassino, Viterbo e Regina Coeli da mesi non e'
possibile effettuare la fisioterapia. In quest'ultimo carcere la
situazione e' ancor piu' delicata, visto che il Dap vi assegna
detenuti da ogni parte d'Italia per le cure mediche e
fisioterapiche.
L'assistenza sanitaria in carcere prevede, come succede ai
liberi cittadini, visite quotidiane e periodiche per
accertamenti, diagnostica e consulenze. A Cassino e Velletri c'e'
l'ecografo ma manca lo specialista, sempre a Cassino da mesi e'
stato chiuso il gabinetto odontoiatrico, a Regina Coeli
l'attivita' di odontoiatria sociale e' stata sospesa da dicembre.
A Frosinone mancano il diabetologo e l'ortopedico; cardiologo,
infettivologo e psichiatra sono a disposizione solo poche ore al
mese. Per questo problema, a Frosinone e a Viterbo, gli operatori
sanitari hanno chiesto alle rispettive direzioni, senza avere
risposta, l'aumento delle ore di infermieri e specialisti. Un
discorso a parte meritano le visite fuori dal carcere, spesso
prenotate mesi prima e poi saltate all'ultimo momento per
mancanza di agenti di polizia penitenziaria necessari per la
scorta. A Rebibbia N.C. ci sono mesi di attesa per le visite
chirurgiche. Infine, nonostante la legge preveda l'erogazione dei
farmaci di fascia C a carico delle Asl, se prescritti, in molti
istituti di pena i detenuti devono comprarsi di tasca propria
questi farmaci (pomate per le emorroidi, per i funghi, colliri).
"Se la situazione e' preoccupante- ha concluso Marroni- il
continuo aumento della popolazione carceraria, causato dal
sovraffollamento acuira' i disagi e le situazioni critiche. Una
situazione, questa, per certi versi preventivabile visto lo stato
in cui versa la sanita' regionale e considerato che, dal 2008, la
sanita' in carcere e' passata dal Ministero della Giustizia alle
Regioni e alle singole Asl. Per questo siamo in continuo contatto
sia con la Regione Lazio e con l'Osservatorio Regionale per la
salute in carcere con le singole Asl per individuare quali, fra
le situazioni piu' critiche, possono trovare una soluzione con
l'impegno delle parti".
(Wel/ Dire)
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