IL DIBATTITO AL CONVEGNO DEI PEDIATRI DELL'UNP.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 5 mar. - Fanno molto sesso
(precoce), bruciano le tappe per sentirsi grandi e spesso
rimangono scottati, al punto di precludersi una serena vita
affettiva nel loro futuro. Sono gli adolecenti raccontati nello
scorso weekend al Congresso nazionale dell'Unp, l'Unione
nazionale dei pediatri, riunita a Sabaudia (Latina) per
rilanciare la figura del pediatra spesso confusa con quella di un
medico di medicina generale. "Il pediatra e' un'altra cosa-
sottolinea il presidente dell'Unp, Antonio De Novellis- e puo'
essere di sostegno alla famiglia anche nella gestione dei
problemi e dei distubi legati all'adolescenza".
Per quanto riguarda, ad esempio, gli approcci (sempre piu'
precoci) con la sessualita' "anche i pediatri possono fare la
loro parte- ha spiegato Anna Maria D'Este, pediatra di Udine ed
esponente Unp del Friuli Venezia Giulia- essere di sostegno e
stimolo per i genitori che spesso sono troppo assenti e lasciano
i figli soli nel loro approccio alla sessualita'". Approccio che
passa soprattutto attraverso la Rete. E che, se negativo, puo'
lasciare tracce permanenti nell'adolescente.L'imprinting delle
prime esperienze sessuali- ha spiegato il sessuologo Roberto
Todella- condiziona la vita sessuale successiva. E se in queste
prime esperienze si vive senso di disagio, pericolo, il corpo si
chiude e il ragazzo o la ragazza entra in ansia nelle esperienze
successive". Senza contare il fatto che sesso in Rete fa spesso
rima con pornografia. "Oggi- ha continuato Todella-
l'esposizione al materiale pornografico e' sempre piu' precoce e
nei giovani si puo' creare una dipendenza che altera la loro vita
sessuale". I dati esposti dal direttore dell'Istituto di
Ortofonologia di Roma, Federico Bianchi di Castelbianco, parlano
chiaro: "Oggi oltre il 50% dei 15-18enni fanno di tutto per
piacere, secondo quanto ci hanno raccontato loro stessi in
incontri nelle scuole e attraverso il portale Diregiovani.it. Il
70% dei giovani ha rapporti sessuali in cui non c'e' amore, l'85%
preferisce parlare di amicizia sessuale, il 50% si e' innamorato
solo una volta, il 28% delle ragazze dice che 14-15 anni e'
l'eta' migliore per il primo rapporto. In questo scenario
sconfortante serve anche l'intervento del pediatra che parli con
questi giovani, serve una risposta immediata perche' i ragazzi
non hanno riferimenti adulti. I genitori o sono assenti o non
sanno come affrontare il problema".
(Ami/ Dire)