I DATI DELL'OSSERVATORIO NAZIONALE SULLA SALUTE DELLA DONNA.
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 31 mag. - Quanto sono diffuse in Italia le cure palliative e la terapia del dolore? Troppo poco, almeno secondo i dati resi noti da Onda, l'osservatorio nazionale sulla salute della donna. Nella penisola, a fronte di una sofferenza fisica che colpisce oltre 6 cittadini su 10, meno della meta' segue un trattamento specifico e soltanto il 5% si rivolge a uno specialista. Si tratta soprattutto di donne di mezza eta', ma in alcuni casi sono colpiti anche i giovani. Colpa dei medici o di una scarsa informazione? Forse di entrambi. Per far conoscere in particolare alle donne l'esistenza delle terapie che riducono il dolore, l'osservatorio ha promosso, nell'ambito della giornata nazionale del sollievo del 27 maggio, un'iniziativa negli ospedali. In tutta Italia 108 strutture hanno organizzato visite gratuite, consulenze ambulatoriali e distribuito materiale informativo sul tema. "E' stato un successo - afferma Francesca Merzagora, presidente di Onda - tante donne (i numeri esatti verranno resi noti nelle prossime settimane, quando gli ospedali completeranno i questionari, ndr) si sono rivolte alle strutture ospedaliere per un consiglio o una visita". Le persone piu' colpite dal dolore, spiega l'Osservatorio, hanno un'eta' media di 58 anni e soffrono soprattutto di mal di schiena, cefalee, dolore cervicale, herpes zoster (il 94% dei casi) e di artrosi (45%). Per il resto si tratta di persone affette da tumore (il 6%). Oggi in Italia esiste una legge, la numero 38 del 2010, che riconosce il diritto di ognuno a non soffrire. Con l'approvazione della legge, spiega Pierangelo Lora Aprile, responsabile nazionale Societa' italiana di medicina generale (Simg), area cure palliative e medicina del dolore, "ci siamo posti degli obiettivi" che sono stati quasi del tutto raggiunti. Le linee guida da far approvare alle Regioni sono in vigore, i corsi di sensibilizzazione per i medici sono stati fatti in parte, cosi' come i tavoli tecnici. Ad aprile di quest'anno e' stato istituito un master di formazione sulla terapia del dolore. Ma, sottolinea il medico, "c'e' ancora molto da fare". In primis, conclude, "dobbiamo aumentare i centri dedicati alla medicina del dolore e costituire una rete della terapia del dolore di base, attraverso l'aggregazione dei medici di base, coordinati da esperti interessati a questo tema". Il dolore spesso viene associato al tumore. Effettivamente, spiega Cristina Mantica, dirigente di oncologia medica del Fatebenefratelli di Milano, "di frequente il tumore si manifesta attraverso il dolore". Mantica e' anche la responsabile dell'hospice dell'ospedale milanese, che esiste dal 2003 e accoglie circa 120 pazienti all'anno. "Fondamentale e' stata la creazione di una rete tra gli otto hospice esistenti in citta' - sottolinea - cosi' che chi ha necessita' di far ricoverare un paziente chiede l'appuntamento a un referente di un hospice e poi viene inserito in una lista unica di ricovero, con un punteggio che dipende dalla gravita' della situazione". Prima non funzionava cosi': c'erano 8 liste diverse e molta piu' burocrazia. Il punteggio di ogni paziente tiene conto anche della situazione sociale. "Dalle statistiche - afferma l'oncologa - ci siamo resi conto che il 34% dei pazienti arriva da solo" e quindi deve avere la precedenza. I risultati della terapia del dolore si vedono. "I pazienti - dice Mantica - accettano in maniera diversa un intervento o una tac, se non provano dolore".
(Wel/ Dire)