SALUTE. OSSA NUOVE DAL SANGUE, "RIVOLUZIONE" DALL'EMILIA ROMAGNA
CNA E 7 AZIENDE BIOMEDICALI APRONO FRONTIERA, ANCHE PER ESTETICA.
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 21 mag. - Ricostruzione dei tessuti ossei e delle cartilagini, ma anche applicazioni in campo estetico per la riduzione delle rughe e per l'aumento del seno. Sono le nuove frontiere della ricerca sull'uso delle cellule staminali ottenute, attraverso donazione autologa, dagli stessi pazienti da sottoporre ai trattamenti. A cimentarsi su questo terreno dell'innovazione sono sette aziende emiliano-romagnole del biomedicale, che con il supporto di Cna, hanno dato vita a Retismed, una rete che ha come obiettivo la promozione in campo internazionale e sinergie sul fronte della ricerca. Unico neo, la difficolta' di costruire rapporti paritari di collaborazione con l'Universita' e la rete dei laboratori della Regione. Intanto, per un aggiornamento sugli utilizzi all'avanguardia delle staminali nella chirurgia maxillo-facciale ed ortopedica, in estetica e dermatologia, appuntamento domani in Fiera per un workshop organizzato in occasione di Exposanita', al quale parteciperanno gli esponenti di alcune importanti universita' italiane e straniere. Del resto, le prospettive per l'uso delle staminali ottenute dal sangue sono in continua evoluzione.
"La ricerca e' partita dalle applicazioni sulla zona testa-collo, ma riguarda la possibilita' di rigenerare i tendini, le cartilagini e altri tessuti, di intervenire sulle ustioni.
Queste tecnologie sono applicate anche nel settore dentale", spiega Tiziano Batani, direttore generale della Silfradent di Santa Sofia, che con Corazza (Molinella), Eutronik StudioErre (Castel Maggiore), Minelli Utensili (Casalecchio di Reno), Coder (Bologna), Viaggiare nello spazio (Vignola) e Arte Ortopedica (Budrio) ha costituito RetisMed.
In Emilia-Romagna, pero', puntualizza Batani, manca una normativa specifica di applicazione della legge nazionale, che invece esiste in Lombardia, Veneto e Piemonte. "Spero che ci arriveremo anche qui", e' l'auspicio del rappresentante della Silfradent. La tecnologia messa a punto da queste aziende si basa sul prelievo ed il successivo trattamento in appositi macchinari del sangue periferico: le cellule staminali cosi' ottenute vengono utilizzate per rigenerare i tessuti "senza rischi sanitari", essendo la donazione autologa e le sostanze prive di componenti chimici, o di rigetto. Una nuova frontiera in campo ortopedico, ma anche per la chirurgia estetica, dopo gli scandali dei mesi scorsi sulla vendita di protesi per il seno potenzialmente pericolose per la salute delle donne: la tecnica con le staminali non consente l'aumento di svariate taglia, ma, a quanto pare, sarebbe piu' sicura. Non e' un caso, dunque, che le aziende di questo comparto stiano contrastando con dinamismo la crisi economica.
"Il comparto dei dispositivi medici- spiega Daniele Dondarini, responsabile di Unione benessere e sanita' di Cna- rappresenta il 5,8% del totale della spesa sanitaria e costituisce il terzo mercato d'Europa. Un comparto che si impone nell'export con tassi di crescita pari ai settori di punta del Made in Italia: +14,4% nei primi mesi del 2011". Eppure, anche i settori cosi' avanzati la collabozione con gli enti di ricerca universitari stenta a consolidarsi. "Ci sono dei problemi- ammette Dondarini- o un'azienda riesce a saltare su una linea di ricerca gia' avviata, divendando, di fatto, il terminale commerciale dell'Universita', o, se la ricerca parte dell'impresa, sorgono una miriade di inceppi". Non ultimo quello sulla proprieta' intellettuale dei risultati.
"La ricerca la vogliamo fare noi- afferma Batani- invece il meccanismo mi chiede di finanziare un assegno di ricerca per qualcuno che non conosco rinunciando anche alla proprieta' intellettuale su un progetto nato in azienda".
Sta di fatto che un'azienda all'avanguarda come Silfradent non ha mai utilizzato strumenti come Spinner, il bando regionale per il finanziamento di assegni di ricerca, o chi ha partecipato (conferma Eutronik), spendendo tempo e soldi nella presentazione della domanda, si e' sentito rispondere che non si erano trovati ricercatori specializzati nel campo richiesto. "Non vogliamo polemizzare- conclude Batani- ma per andare avanti c'e' bisogno che la Regione creda in questi progetti".
(Wel/ Dire)
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