GRUPPO DI SORDI SCRIVE ALLA REDAZIONE DI "QUELLO CHE (NON) HO".
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 17 mag. - "Cari Fabio e Roberto, siamo un gruppo di sordi e udenti, segnanti e no. Abbiamo apprezzato molto lo spettacolo dei ballerini sordi del gruppo The Silent Beat nella puntata di ieri, mercoledi' 16 maggio. Wow: per una volta abbiamo visto - e goduto - la Lis (Lingua italiana dei segni) in televisione, e non al telegiornale! E' stato davvero emozionante e, per chi di noi e' sordo, e' stato persino toccante: abbiamo avuto un esempio di come sia possibile fare televisione permettendo a tutti di poter godere dei suoi contenuti. Grazie". Comincia cosi' la lettera che oggi si e' vista recapitare la redazione del programma di La 7 "Quello che (non) ho" .
Ma c'e' un pero': "Pero' dobbiamo farvi un appunto - prosegue la lettera -: la trasmissione non era sottotitolata. Lo sapevate? Per i sordi era del tutto inaccessibile: lo e' stata solo in quei tre minuti.In un certo senso, i sottotitoli sono comparsi solo durante l'esibizione dei Silent Beat ed erano i cartelloni esposti sul palco a tradurre la Lis per i non segnanti. Necessari e giusti, ma abbiamo trovato strano che allora non si sia pensato anche al contrario". Non solo: "A pochi secondi dal termine dello spettacolo, i cartelloni sono stati messi in primo piano rispetto alle mani della ballerina, impedendoci di continuare a godere del balletto. E' stata una piccola delusione, perche' aspettavamo i Silenti Beat da giorni ma ci sono mancati proprio gli ultimi istanti della loro esibizione. Peccato". La lettera del gruppo di sordi e udenti riferisce quella che a loro avviso e' stata un'ulteriore nota stonata: "Con il loro spettacolo, i Silent Beat hanno voluto offrire al pubblico l'idea che si possa vivere e comunicare insieme, senza escludere le persone sorde. Pero', finito il balletto, e' arrivata subito la pubblicita'. Temiamo un po' che questo rischi di perpetuare il cliche' del sordo che non parla (l'antico sordomuto) ma che si esprime solo con gesti molto poetici e poco piu'". Da tutto questo arriva la proposta: "Stiamo combattendo una battaglia da anni per la nostra visibilita' e per l'accessibilita' ai servizi e cogliamo l'occasione per lanciarvi questa idea: perche', alla prossima occasione, non fate fare un monologo in Lis e perche' non studiate insieme a un regista sordo (ce ne sono) il prossimo spettacolo che racconti l'integrazione? Infine, sperando di non approfittare dell'inconsueta sensibilita' che avete dimostrato verso l'argomento, vorremmo chiedervi se non sia possibile proporre a La7 di sottotitolare i suoi programmi: i sordi sarebbero, come gli udenti, spettatori attenti e curiosi, ma la rete li esclude del tutto. Grazie per l'attenzione e ancora grazie per i Silent Beat" (Wel/ Dire)