(DIRE - Notiziario salute) Roma, 10 mag. - L'attivita' fisica puo' valere quanto e piu' di un farmaco. È l'idea alla base dell'accordo siglato lunedi' scorso fra l'assessore regionale alla Sanita' Carlo Lusenti e quello allo Sport Massimo Mezzetti con il Coni, il Cip e gli enti sportivi dell'Emilia-Romagna. Un protocollo d'intesa che punta a diffondere il piu' possibile "l'attivita' fisica non agonistica e in tutte le fasce d'eta' come vera e propria medicina preventiva", ha spiegato Lusenti. "L'obiettivo e' cambiare l'atteggiamento delle persone: lo sport riduce di molto i rischi di sviluppare patologie ed e' dimostrato che l'attivita' fisica riduce in modo consistente l'uso dei farmaci".
Per trasmettere il messaggio si partira' dalla formazione: la Regione mette a disposizione docenti esperti sulla relazione fra sport e salute e un finanziamento di 50 mila euro per corsi rivolti a dirigenti e istruttori delle societa' sportive. Viale Aldo Moro offrira' anche le competenze del centro regionale antidoping (che ha sede nell'Ausl di Modena). Coni, Cip ed enti sportivi si impegnano invece ad aumentare le occasioni di attivita' fisica presenti sul territorio: si tratta in particolare di attivita' non agonistiche e davvero per tutti - "basta anche una camminata di mezz'ora al giono", ha spiegato Lusenti. Qualche esperienza in questo campo c'e' gia', come i "gruppi di cammino", a cui nel 2011 hanno preso parte circa 2.500 persone, oppure la ginnastica e i percorsi-vita nei parchi.
L'accordo prevede inoltre corsi di formazione sulle attivita' fisiche per le persone con disabilita', organizzati insieme al Cip (Comitato italiano paralimpico). "Nella disabilita' lo sport e' fondamentale, e' una medicina", ha detto Gianni Scotti, presidente del Cip regionale, che cita l'esempio del centro di unita' spinale di Montecatone, "dove lo sport viene usato come riabilitazione per recuperare l'autonomia personale". In Emilia-Romagna le Aziende Usl hanno gia' cominciato a "somministrare" l'attivita' fisica come se si trattasse di un farmaco. Si tratta di attivita' pensate su misura, a seconda delle singole situazioni, come l'Attivita' fisica adattata (Afa), rivolta alle persone con disabilita', e l'Esercizio fisico adattato (Efa), rivolto a persone con malattie cardiovascolari e dismetaboliche. L'attivita' si svolge in palestre selezionate ("palestre sicure") dove sono presenti laureati in Scienze motorie con una formazione specifica.
Analoga iniziativa riguarda le persone che sono state sottoposte a trapianto: a loro si rivolge il progetto "Trapianto... e adesso sport", avviato al momento nelle Ausl di Parma, Modena, Ravenna e Bologna.
(Wel/ Dire)