(DIRE - Notiziario salute) Roma, 10 mag. - Ogni giorno milioni di bambini vanno a scuola per imparare a crescere, ma troppo spesso la vivono con paura e disagio. I piccoli alunni temono di prendere un brutto voto, di essere presi in giro, di sbagliare un compito, di non essere all'altezza delle aspettative, di essere sgridati dalla maestra, di farsi male alla ricreazione o di dover dare la merenda ai bulli.
Il libro 'A scuola senza paura. Comprendere i timori dei bambini e trasformarli in occasioni di crescita'- scritto da Michele Capurso, presidente della Federazione Europea dei Pedagogisti Ospedalieri (H.O.P.E.), Magda Di Renzo, responsabile del Servizio di Psicoterapia dell'eta' evolutiva dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), e Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'IdO - e' il frutto di una ricerca svolta nelle scuole elementari e medie italiane per mettere in evidenza le ragioni e i vissuti che piu' possono spaventare il bambino. Alcune mie paure sono sparite e alcune no", ha confessato uno dei tanti bambini intervistati. "Sono scomparse: quella della befana, andare a scuola (alla materna), buio, l'uomo nero, fantasmi, lupo, uomini alti e ragni. Sono rimaste: serpenti, luci sconosciute. Si sono aggiunte: ladri, uomini mascherati che mi guardano e mi seguono, interrogazioni, verifiche". Il piccolo con sollievo ha aggiunto: "Ho scoperto che i miei compagni pressappoco hanno le mie stesse paure e mi ha fatto bene esprimerle e ora ho come un senso di liberta', non ho piu' il peso di prima". Il testo, infatti, riporta le parole degli stessi alunni, che oltre a raccontare i vissuti di paura, suggeriscono anche le strategie per superarla e i soggetti percepiti come piu' vicini e utili per vincerla. L'ultima parte del libro presenta, invece, attivita' e schede didattiche per affrontare e superare, a scuola, i timori piu' comuni. Gli autori ricordano che "la paura e' un sentimento universale, che ci accompagna per tutta la vita e che, se vissuto in modo equilibrato, puo' aiutarci a sviluppare nuove forme di pensiero e strategie per affrontare la realta'. Eppure questo tema non trova spazio tra i banchi della scuola. I bambini- hanno concluso- vengono lasciati soli ad affrontare i loro problemi e la scuola, anziche' ascoltarli, spesso contribuisce ad aggravare le loro preoccupazioni".
Dall'analisi dei dati emerge con chiarezza che uno dei compiti primari dell'insegnamento deve essere quello di accompagnare il bambino nel suo processo di crescita, unendo in modo armonico emozioni e cognizioni.
(Wel/ Dire)