(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 26 lug. - "Il problema dell'amianto crescera', si sviluppera'. Purtroppo non siamo ancora al top, avremo sempre piu' malati: dunque bisogna fare qualcosa di importante". Cosi' Paolo Carcassi, segretario confederale Uil, si e' espresso stamattina in merito all'accordo di collaborazione che verra' presto siglato tra il fondo "Sosteniamoli subito" della fondazione Anmil (Associazione nazionale lavoratori e mutilati del lavoro), l'associazione famiglie esposti amianto (Afea) e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Una partnership improntata alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione sul tema e alla raccolta di fondi per finanziare progetti relativi alla cura delle malattie da amianto (le cosiddette patologie asbesto - correlate).
"Oggi - continua Carcassi - i dati Inail parlano di 3 mila morti l'anno collegate all'amianto; mentre per gli infortuni sul lavoro siamo sotto i mille. Affianco a un intervento nazionale che agisca sulla bonifica e sulla ricerca medica, c'e' bisogno di sensibilizzare l'opinione pubblica: con il presidente Anmil Franco Bettoni abbiamo ritenuto di condividere questa iniziativa, che partira' con una campagna pubblicitaria sul tema". "Le malattie professionali, specie quelle legate all'amianto - gli fa eco Bettoni - sono un problema di cui si parla molto poco, al di la' di momenti di eccezionale interesse mediatico determinati da momenti tragici. Ora vogliamo adoperarci unendo le forze dei lavoratori, dei cittadini e delle vittime per determinare un cambiamento che incida in modo significativo sull'inversione di un fenomeno indegno di un paese civile". Largamente utilizzato fino agli anni '80 per la produzione di Eternit - un materiale utilizzato nell'edilizia, nella coibentazione di ambienti e per la fabbricazione di tessuti antincendio - in Italia l'amianto e' stato messo al bando nel 1992. Secondo uno studio di Legambiente, nel nostro Paese ci sono ancora 75mila ettari di territorio contaminato e ancora non bonificato. I dati Inail rivelano invece che su 46.558 malattie professionali segnalate ogni anno in Italia, 2.250 sarebbero legate all'esposizione all'amianto. Le stesse statistiche rivelano la tendenza alla crescita delle patologie da asbesto, aumentate del 50% nell'ultimo decennio e del 18% nel solo 2011. "Il nostro piano d'azione - spiega Giuseppe Turudda, consigliere Civ Inail - prevede cinque punti essenziali: mappatura storica dell'uso dell'amianto; la creazione di un registro nazionale delle persone esposte alla sostanza e la loro sorveglianza sanitaria; potenziamento dei Centri operativi regionali di rilevazione dei tumori professionali e il finanziamento della ricerca e della cura integrata delle malattie asbesto correlate" Durante l'incontro - al quale ha partecipato anche il procuratore Raffaele Guariniello, capo del pool che ha istruito lo storico processo Eternit, oltre esponenti di sindacati, Inail, Afea e Anmil - e' stata annunciata anche un'altra iniziativa: la tappa che il Giro d'Italia di Handbike, le biciclette con pedali a mano utilizzate dagli invalidi motori, percorrera' il 2 settembre a Casale Monferrato, comune alessandrino divenuto simbolo del problema a causa delle migliaia di morti e contaminati causati dalla presenza di un ex stabilimento Eternit. Nella stessa data partira' la campagna di comunicazione concertata tra Anmil, Afea e sindacati. "L'idea di far correre la tappa nel nostro Comune - spiega il sindaco di Casale Monferrato, Giorgio Demezzi - mi e' stata proposto dall'Anmil durante la lettura della sentenza del processo Eternit a Torino. Proprio in aula parlammo di come cercare di mantenere viva l'attenzione su questo tema: abbiamo deciso di dedicare la tappa alla memoria delle vittime da amianto". Iniziato nell'aprile del 2009, il primo grado del processo Eternit si e' concluso lo scorso 13 febbraio con la storica sentenza che ha condannato a 16 anni di carcere Louis De Cartier de Marchienne e Stephan Schmidheiny rispettivamente amministratore delegato e presidente del Cda Eternit: i due sono stati ritenuti responsabili delle morti per mesotelioma avvenute tra gli ex-dipendenti delle fabbriche Eternit a contatto con l'asbesto, e condannati al risarcimento di circa 3mila parti civili e al pagamento delle spese giudiziarie.
"L'Italia, spesso criticata - spiega il procuratore Guariniello,che ha istruito il processo - e' in realta' un grande paese: la nostra costituzione ci garantisce l'indipendenza del Pubblico ministero dal potere politico. In altri paesi, un processo come l'Eternit non avrebbe potuto essere celebrato: in Francia, ad esempio, la procura di Parigi ha ritenuto di non doverlo fare. In altri paesi, come la Cina e l'india, l'amianto non e' stato neanche bandito. Premesso questo, pero', anche da noi bisogna assolutamente fare di piu': spesso riusciamo soltanto per caso a collegare le morti da mesotelioma all'esposizione all'amianto. La scorsa settimana una signora e' deceduta per questa patologia in un comune marittimo, non interessato dal fenomeno: e' stato suo nipote a rivelarci che la donna aveva vissuto per 30 anni a Balangero, sede dell'ex Amiantifera.
Sarebbe davvero preziosa, dunque, la creazione di un osservatorio sui tumori professionali. I dati dei registri dei mesoteliomi escono in genere 3 o 4 anni dopo: noi abbiamo bisogno invece di uno strumento che lavori giorno per giorno, che permetta di sentire il malato mentre e' ancora in vita. Ci sono ancora zone del nostro paese in cui i processi sull'amianto non si celebrano affatto; e anche laddove si celebrano, spesso procedono con troppa lentezza. Con la conseguenza che quando arrivano in Cassazione spesso il reato e' gia' prescritto. In questo modo - conclude Guariniello - si diffonde l'idea che le regole, seppur esistenti, possano essere violate impunemente: cio' vuol dire che l'organizzazione giudiziaria che abbiamo non e' oggi in grado di dare una risposta all'esigenza di giustizia della gente".
(Wel/ Dire)