(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 26 lug. - "Questa tragedia poteva e doveva essere evitata con una semplicissima precauzione dal costo irrisorio". Cosi' in una nota la Sisip, la Societa' italiana di scienze infermieristiche pediatriche, in merito alla morte del neonato avvenuta nel reparto di Terapia intensiva neonatale per un errore che definisce "ben descritto nella letteratura scientifica e non inusuale". La Sisip premette che gli errori "fanno parte della natura umana e sono facilitati da molti fattori favorenti", ma "l'organizzazione dell'ospedale puo' includere al proprio interno un certo numero di misure e di precauzioni che la ricerca ha ormai comprovato essere efficaci da un lato nel ridurre i fattori favorenti gli errori e dall'altro nell'intercettare gli errori quando l'essere umano e' sul punto di commetterli". Una di queste misure e' quella che "non e' stata usata" nel piccolo neonato morto a Roma: consiste nell'utilizzare set di presidi e di materiale monouso differenziati per le vie enterali (quelle collegate al sistema gastroenterico del bambino) da un lato e per le vie venose (collegate al circolo sanguigno) dall'altro.
La cosa "grave", spiega la Sisip, e' che questi dispositivi anti-misconnessione per terapie intensive neonatali (ma non solo: servono anche per gli adulti) esistono da molti anni, ma pochissimi reparti in Italia le usano. Peggio ancora: il loro uso e' obbligatorio dal 1997; lo prevede uno standard Europeo, l'EN1615, aggiornato nel 2000. Dunque, perche' ancora in tanti ospedali non vengono acquistati e messi a disposizione degli Infermieri delle Terapie intensive neonatali italiane?".
In conclusione, "perche' fatti come quelli di Roma non avvengano piu' e' indispensabile che chi dirige le aziende sanitarie sia adeguatamente preparato sull'importanza di investire in sicurezza dei pazienti e garantisca agli infermieri ed agli altri operatori sanitari gli strumenti ed i presidi -spesso di costo irrisorio - necessari a prevenire gli errori". (Ami/ Dire)