SANITA'. TERREMOTO, INCOGNITA SU COSTI REGIONE EMILIA-ROMAGNA
LUSENTI: ANCORA DA QUANTIFICARE, CAPIRE QUANTO ARRIVA DA STATO.
(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 19 lug. - Senza contare gli investimenti per ricostruire ospedali e ambulatori danneggiati dal terremoto "lo scostamento tra cio' che arrivera' dallo Stato per l'emergenza e le spese che la Regione deve e dovra' sostenere in sanita' nelle spese correnti potrebbe essere di qualche milione di euro". Un problema che "si spalma su tutta la regione". A oggi, pur non essendo in grado di quantificare esattamente la cifra, l'assessore alla Sanita' dell'Emilia-Romagna, Carlo Lusenti fa il punto, a margine di una commissione consiliare in viale Aldo Moro, sui problemi che il sisma portera' nelle casse della sanita' regionale.
Di fronte al terremoto, la sanita' non deve affrontare solo la questione di tutte le strutture da sistemare o ricostruire, spiega l'assessore, ma pure nella spesa corrente "c'e' un aggravio di costi indiscutibile". Il bello e' che "la cifra non e' ancora quantificabile, perche' non abbiamo ancora finito" e poi "non sappiamo di quanto sara' la copertura nazionale sull'emergenza". Di certo, "ho in mano qualche conto su alcuni settori", va avanti. Basta pensare "ai circa 1.500 anziani fragili che erano seguiti a domicilio e non potevano rientrare in casa. Li abbiamo ricoverati in strutture regionali e anche in Lombardia, Veneto e Toscana (200 su 1.500), ma ci costano 150.000 euro al giorno e, a oggi, quelli che non sono potuti tornare nelle loro abitazioni superano ancora le mille unita'".
Poi ci sono i 450 anziani non autosufficienti che erano in strutture protette evacuate e che sono stati accolti in altre strutture sempre nell'ambito regionale, non si sa ancora per quanto tempo. Senza contare, per fare un altro esempio, che il punto medico avanzato di Mirandola, creato all'indomani del sisma, "e' costato 500.000 euro solo di attrezzature", dato che l'ospedale "non era agibile e non si poteva andare a prendere nemmeno una siringa". I posti letto temporaneamente "persi" negli ospedali danneggiati dal terremoto, prosegue Lusenti, sono circa 650, e "ci vorra' del tempo prima di ripristinarli". Intanto, le aziende sanitarie, comunque, "stanno documentando tutto quanto, puntualmente, e noi trasmetteremo i report a Roma".
Per l'assessore, comunque, che dall'inizio degli eventi sismici fa redigere dei rapporti dettagliati sull'andamento della sanita' nei territori colpiti (prima quotidiani, oggi settimanali), la macchina ha reagito "bene", tanto che "non mi sono arrivate grandi proteste per come e' stata gestita la sanita'". Immediatamente, dove gli ospedali o gli ambulatori erano inagibili, un bacino da 200.000 persone, "abbiamo creato punti medici avanzati e il personale, anch'esso terremotato, non si e' affatto risparmiato". Ora, oltre che continuare a seguire le questioni quotidiane, bisogna ricostruire e sistemare le strutture "e farlo con regole antisismiche piu' stringenti", conclude.
(Wel/ Dire)
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