SANITA'. OPERATO A UNA GAMBA, DETENUTO ATTENDE DA UN ANNO RIMOZIONE CHIODI
SUCCEDE IN CARCERE FROSINONE, IL GARANTE: GRAVE SITUAZIONE SANITA' NEL LAZIO.
(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 19 lug. - Operato per una frattura a tibia e perone, da oltre un anno un detenuto del carcere di Frosinone attende, invano, la rimozione di chiodi e placche. E, sempre a Frosinone, un altro recluso, gravemente malato e costretto su una sedia a rotelle, aspetta che le autorita' prendano atto della sua incompatibilita' con il regime carcerario e ne dispongano il trasferimento in una struttura piu' idonea. Le vicende sono state segnalate dal garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, secondo il quale, "queste situazioni sono l'emblema della grave crisi che sta vivendo il sistema sanitario penitenziario regionale, ed in particolare quello delle carceri del frusinate che da tempo stiamo monitorando. Basti pensare che, a Cassino, oltre trecento detenuti da 14 mesi sono privi di assistenza odontoiatrica".
Il 28 marzo 2011 Leonardo, detenuto a Frosinone, venne operato all'ospedale Cardarelli di Napoli per la riduzione di una frattura. In quella occasione, per facilitare la guarigione, venne applicato un fissatore provvisorio che doveva essere rimosso poco dopo. Da piu' di un anno, pero', malgrado le segnalazioni del carcere e tre visite di controllo che hanno evidenziato la necessita' di un intervento di rimozione, il paziente attende invano che tale fissatore venga rimosso.
In una lettera al direttore generale del nosocomio napoletano, Rocco Granata, il garante ha evidenziato che "il protrarsi dei tempi di attesa rispetto ad un intervento che doveva avvenire mesi fa, oltre a causare gravi disagi al paziente, ne sta mettendo a rischio la salute, come ha piu' volte rimarcato il medico responsabile dell'area sanitaria del carcere".
Paolo, recluso che sta scontando una pena definitiva, e' affetto da diverse patologie tra le quali la piu' grave e' una osteomelite che lo costringe su una sedia a rotelle. Da tempo ha fatto richiesta di ricovero in tre ospedali di Roma: i policlinici Gemelli e Umberto I e il Cto. A causa delle sue condizioni, la direzione sanitaria del carcere ne ha sollecitato, senza successo, il trasferimento in una struttura piu' idonea a gestire la sua situazione.
"Ogni discorso sulla sanita' in carcere- ha detto Marroni- non puo' prescindere dalla condizione oggettiva del detenuto, per il quale la limitazione della liberta' comporta anche l'impossibilita' di scegliere le migliori cure disponibili. Cio' premesso, e' evidente che quella che stanno vivendo queste persone sono vicende incompatibili con i principi sanciti dal nostro ordinamento sul diritto alla salute, costituzionalmente garantito a prescindere dalla posizione giuridica".
"Nei mesi scorsi- ha proseguito- abbiamo tracciato un bilancio della sanita' penitenziaria del Lazio con risultati sconfortanti: mesi di attesa per interventi chirurgici, liste d'attesa per ogni prestazione, macchinari nuovi e mai utilizzati per mancanza di tecnici, specialisti presenti una volta a settimana che devono far fronte ad oltre 600 pazienti, appuntamenti diagnostici fuori dal carcere prenotati da mesi che saltano per mancanza di scorta".
"Occorre ripensare il sistema- ha concluso Marroni- iniziando ad utilizzare le poche risorse a disposizione per risolvere le priorita' piu' urgenti".
(Wel/ Dire)
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