(DIRE Notiziario salute) Roma, 12 lug. - "Va disincentivato il passaggio automatico dalla diagnosi di Adhd al trattamento farmacologico, cercando piuttosto di approfondire i contesti familiari, scolastici e di personalita' dove si sviluppano le problematiche dell'attenzione e dell'iperattivita'". Cosi' Vittorio Lingiardi, professore ordinario in Psicologia Clinica presso la facolta' di Medicina e Psicologia dell'Universita' 'La Sapienza' di Roma, ha commentato con l'agenzia di stampa Dire il dibattito diagnostico attorno alla sindrome da iperattivita' presente nel nuovo Manuale dei disturbi mentali (Dsm 5).
"La diagnosi di disturbo da deficit dell'attenzione e iperattivita' e' molto complessa e dotata di scarsa validita'. Si tratta di un disturbo difficile da diagnosticare, e diagnosticato troppo frequentemente. Tra l'altro- ha aggiunto lo psichiatra- e' caratterizzato da varie componenti, ha una probabile componente genetica, ma e' anche molto condizionato dal contesto ambientale".
Il professore ha sottolineato come "la concettualizzazione dell'Adhd e' cambiata con le varie edizioni del Dsm, passando dalla disinibizione motoria del Dsm-II (reazione ipercinetica), al deficit di attenzione del Dsm-III (disturbo da deficit di attenzione, Add) al deficit di attenzione/iperattivita' del Dsm-III-R e Dsm-IV (Adhd). Tradizionalmente- ha continuato lo psichiatra- e' suddiviso in tre sottotipi (con deficit di attenzione predominante; iperattivo-impulsivo; combinato). Ora il Dsm 5 propone di modificare i criteri diagnostici, in particolare l'eta' d'insorgenza che dovrebbe passare da 7 a 12 anni. E la sottotipizzazione in quanto tale verrebbe a cadere, sostituita dall'idea di 'modo di presentarsi' del disturbo".
Il Dsm 5 richiedera' che "le informazioni sull'adolescente vengano raccolte da almeno due figure diverse (per esempio, genitore e insegnante) e questa e' una buona cosa. Che sia una diagnosi problematica che richiede un assessment molto scrupoloso- ha concluso Lingiardi- e' dimostrato dai continui rimaneggiamenti che subisce e da una certa mancanza di dati univoci derivati dalla ricerca empirica applicata alla clinica". (Wel/ Dire)