(DIRE - Notiziario salute) Roma, 21 giu. - Mantenersi in salute costa. E costa caro. In tempi di tagli - che non hanno risparmiato nemmeno la sanita' - curarsi diventa un lusso.
Secondo il "Rapporto sui diritti globali" (vedi lanci precedenti) nel 2012 si pagano 2,18 miliardi in piu' di ticket rispetto all'anno precedente. Per l'Istat gli italiani spendono 140 euro a testa di ticket per visite (3,2 miliardi), farmaci (1,3 miliardi) e analisi, per una compartecipazione al sistema sanitario nazionale di 4,5 miliardi. Nel 2014 la cifra arrivera' a 6,6 miliardi. Tradotta nella quotidianita', questa maggiore compartecipazione significa che le famiglie meno abbienti tendono a curarsi di meno. Il fondo sanitario nazionale per il 2012 ammonta a 108,8 miliardi di euro, con un taglio di 7,9 miliardi sul trend fabbisogno complessivo. Nel 2015 il fabbisogno avra' 8.917 milioni di euro in meno. Tra il 2011 e il 2015 il deficit di copertura arrivera' a 17 miliardi. Con meno risorse, il sistema deve fare anche i conti il peggioramento di alcuni aspetti (in primis le liste di attesa). Tutto questo da' una spinta alla sanita' privata, cresciuta del 25,5% dal 2000 al 2010 e dell'8,1% solo dal 2007 al 2010. Chi non puo' rivolgersi al privato, invece, evita le cure (10%). Trova spazio cosi' il mercato - profit e non profit - della sanita' low cost, che cresce del 25% all'anno, garantendo un risparmio sulle prestazioni fino al 60%. "Conveniente, se la sanita' pubblica e' in default, ma carico anche di insidie, come quella della crescita di un mercato della salute incontrollato" avvisa il rapporto.
(Wel/ Dire)