TRA FATTORI RISCHIO FUMO, MA ANCHE SCARSA IGIENE E SESSO INSICURO.
(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 14 giu. - Sono in aumento i casi di tumore all'apparato urinario e riproduttivo negli uomini. Fra le principali cause non ci sono solo il fumo e uno stile di vita poco sano, ma anche la scarsa igiene e i rapporti sessuali non protetti. L'allarme arriva dal 22esimo congresso nazionale della Societa' italiana di urologia oncologica (Siuro), iniziato ieri a Bologna e in corso fino a domani. Negli ultimi 30 anni, spiegano gli urologi, c'e' stato un aumento della frequenza di tumore ai testicolo di circa il 45% e oggi e' in crescita del 6% all'anno, soprattutto nei giovanissimi tra i 16 e i 24 anni. In Italia, la frequenza del tumore ai testicoli e' di circa tre casi l'anno ogni 100.000 uomini, ma nella fascia di eta' compresa tra i 16 e 40 anni si superano i sei casi ogni 100.000, con un costante aumento soprattutto tra gli under 24.
Per questo gli specialisti lanciano un appello agli uomini, perche' imparino a fare l'autopalpazione del testicolo almeno una volta al mese, cosi' come le donne fanno l'autoesame del seno.
Del resto, spiegano gli esperti, si tratta di una patologia che in genere e' facile superare: alla guarigione si arriva infatti nel 90% dei casi. Le cause possono genetiche o legate alla nascita prematura, ma non vanno esclusi anche l'inquinamento, l'alimentazione scorretta, il fumo e l'alcool. Oltre al tumore ai testicoli, e' in aumento anche quello al pene. E in questo caso, il problema sono la scarsa igiene e i rapporti sessuali non protetti, che consentono la trasmissione del papilloma virus (cancerogeno per le donne come per l'uomo). Ogni anno vengono diagnosticati circa 4.000 nuovi casi di tumore del pene, afferma la Siuro, soprattutto tra i giovani, mentre e' molto meno frequente negli uomini sottoposti a circoncisione, che riescono meglio a mantenere un'igiene ottimale.
A parte il tumore al pene e ai testicoli, il vero spauracchio per gli uomini resta il cancro alla prostata, che e' il primo tumore per incidenza nell'uomo, superando anche quello al colon e ai polmoni. In Italia, con 43.000 nuovi casi e oltre 9.000 decessi l'anno, e' il piu' frequente tra i tumori maschili con un'incidenza del 21% (uno su cinque). Dei nuovi tumori alla prostata scoperti ogni anno, il 20% e' gia' in fase di metastasi. Al contrario, nella meta' dei casi il cancro e' considerato a basso rischio e, di questi, il 50% non ha bisogno ne' di trattamenti ne' di interventi: va solo monitorato, spiega Giario Conti, prossimo presidente della Siuro, perche' "e' raro che questo tipo di cancro alla prostata poco aggressivo evolva in senso negativo" e serva, quindi, un intervento.
L'aumento dei casi di tumore alla prostata scoperti e' frutto anche della diffusione della diagnosi precoce, per cui si abbassa pure l'eta' media delle persone in cui viene individuato il cancro. Ma non per tutti e' pericoloso. "A fronte di un aumento delle diagnosi- sottolinea Conti- il tasso di sopravvivenza resta uguale. Questo significa che i nuovi casi individuati non sono rischiosi". Nelle regioni del centro-nord, Emilia-Romagna compresa, il tasso di sopravvivenza al cancro alla prostata e' in media dell'83% dopo cinque anni dalla diagnosi. Al sud, invece, si scende al 55% perche' e' meno diffusa la diagnosi precoce. In Emilia-Romagna in particolare, negli ultimi cinque anni sono calati del 40% gli interventi chirurgici (da 1.781 a 1.039). A questa diminuzione, pero', "non corrisponde un calo dell'incidenza del cancro alla prostata, che anzi e' in aumento", sottolinea Giuseppe Martorana, presidente uscente della Siuro e direttore della Clinica urologica del Policlinico Sant'Orsola di Bologna.
Per tre giorni, dunque, urologi, oncologi medici e oncologi radioterapisti saranno riuniti a Bologna per discutere e approfondire le tematiche legate alle patologie urologiche, con l'obiettivo di promuovere anche tra gli uomini la cultura della prevenzione e della diagnosi precoce.
"Si puo' vincere sia attraverso una strategia che coinvolga le singole persone sia grazie alla comunita' scientifica che deve proseguire sulla via della multidisciplinarita'- afferma Martorana- la nostra filosofia e' il lavoro di gruppo. Prima di intervenire occorre definire il percorso attraverso l'interazione tra i vari specialisti, individuando il ruolo di ciascuna terapia a seconda del paziente. Non si puo' avere una visione solo chirurgica o solo oncologica". Il congresso della Siuro sara' anche un'occasione di formazione professionale. Accanto alle sessioni cliniche, in cui i diversi specialisti lavoreranno tra di loro, sono previsti anche corsi di formazione per approfondire le scelte terapeutiche, i diversi stati clinici, il trattamento delle neoplasie e le linee guida sanitarie.
(Wel/ Dire)