(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 14 giu. - Le rappresentanze sindacali (Aaroi, Anaao-Assomed/Sds Snabi, Anpo, Cgil Medici, Cimo) della dirigenza medica e sanitaria dell'Asl RmB, ospedale Sandro Pertini, denunciano "lo stato di autentico collasso in cui si trova l'ospedale".
Obiettivo di dirigenti medici ed altri operatori e' quello di far comprendere alle istituzioni ed agli utenti la grave difficolta' a svolgere il lavoro assistenziale nella quotidianita' e, come si legge in una nota, "intendono comunicare al cittadino lo stato di abbandono in cui vivono, tra piano di rientro e bisogni di salute dei pazienti".
Per i sindacati "la politica dei tagli non ha funzionato o, meglio, ha solo tagliato le risorse essenziali, caso mai senza ridurre i veri sprechi e gli sperperi(ad esempio la sanita' privata convenzionata e la sanita' universitaria) e sta mettendo in crisi l'assistenza essenziale in una zona popolosa della nostra citta', con forti disagi per i cittadini, sempre piu' critici verso le istituzioni, ma posti in condizione di poter solo scaricare tutte le responsabilita' sulle spalle dei medici".
"Le cause e le responsabilita' di questa situazione- proseguono i sindacati nel comunicato- sono molteplici e note e non sono certamente da addebitare agli operatori sanitari che, giornalmente e con abnegazione, prestano la loro opera per i cittadini: un piano di rientro fatto di 'lacrime e sangue' o, meglio, di ottusi tagli orizzontali, incapace cioe' di affrontare i nodi veri e che ha pesato quasi interamente sulla sanita' pubblica. Un disagio infinito che dura ormai da 5 anni e che e', di fatto, gestito dal ministero dell'Economia nel disprezzo delle scelte programmatorie. Una gestione disgraziata che si risolve solo nei tagli al personale sanitario e ai beni e servizi, con la conseguente crescente riduzione di risorse umane (medici e personale sanitario) e materiali (farmaci, presidi, etc.). A questo va aggiunta- continua la nota- la chiusura oltre misura di posti letto ospedalieri per acuti, che ha di fatto sottratto sanita' ai cittadini, senza la contemporanea creazione di reali alternative sul territorio, accentuando la gia' elevata pressione di richiesta di assistenza sanitaria da parte della popolazione sugli ospedali pubblici (e non certo su cliniche e universita' private e pubbliche), considerati, a ragione, ultimo e certo punto di riferimento assistenziale".
Per le rappresentanze sindacali "e' giunto il momento che ognuno faccia la propria parte per rimuovere le pericolose criticita' ripetutamente lamentate e che la Regione Lazio e la giunta Polverini aprano gli occhi e facciano finalmente scelte, garantendo la salute dei pazienti che si affidano alle nostre cure, proteggendo le vite degli stessi operatori sanitari e salvaguardando la credibilita' del servizio sanitario nazionale". "Per quanto ci riguarda- si legge ancora- questa giunta regionale e' stata capace di fare bene solo una cosa: azzerare i rapporti ed il ruolo del sindacato, rinchiudendosi in se stessa con poco costrutto".
Nel caso della Asl RmB e del Pertini, sottolineano le rappresentanze sindacali, "nonostante il riconoscimento da parte della direzione generale della necessita' di risorse per ripristinare i livelli minimi di funzionalita', i dirigenti medici e gli altri dirigenti nell'assemblea confermeranno lo stato d'agitazione della categoria, in difesa dei diritti irrinunciabili dei cittadini e degli operatori posti oggi a repentaglio e cio' per garantire l'accesso alle cure, la sicurezza dell'assistenza e la dignita' della persona".
Da tempo le organizzazioni sindacali, ricorda il comunicato, "stanno richiamando l'attenzione sulla necessita' che l'intervento prioritario per il contenimento dei costi non deve solo ed in modo indifferenziato colpire il personale. La spesa del personale e le dotazioni possono calare, ma serve, comunque, colmare i vuoti che si creano nei diversi ambiti assistenziali, la logica del taglio lineare tra le tante discipline ed aree dell'assistenza e' sbagliata ed ottusa perche' porta soltanto alla certezza tra poco di non poter garantire livelli di assistenza adeguati, specie nelle aree critiche (pronto soccorso, terapie intensive, chirurgia, medicina interna, specialita' mediche e chirurgiche, servizi diagnostici).
(Wel/ Dire)