SOCIETÀ SCIENTIFICHE E AZIENDE FARMACEUTICHE: ORA OTTIMIZZAZIONE.
(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 14 giu. - Scongiurare lo 'spread dell'innovazione', il differenziale della capacita' di innovare in Italia rispetto all'estero, che rischia di penalizzare il nostro Paese. Se ne e' discusso nei giorni scorsi alla Camera dei deputati, nell'incontro 'Sostenibilita' del sistema Salute e innovazione in oncoematologia: dalla ricerca al paziente', con il patrocinio della Camera dei deputati e del ministero della Salute, per identificare una ricetta condivisa per lo sviluppo sostenibile del 'Sistema Salute' in Italia nel delicato campo dell'oncoematologia.
Sono oltre 2,2 milioni gli italiani che hanno combattuto o combattono contro il cancro, 960 mila solo negli ultimi cinque anni. Un esercito di persone portatrici di nuovi bisogni, su cui impatta un costo sociale pari a 36,4 miliardi di euro annui e che in 3 casi su 4 considera la disponibilita' di terapie innovative come una priorita' imprescindibile.
"La sostenibilita' del Sistema Salute- ha detto il sottosegretario di Stato alla Salute, Adelfio Elio Cardinale- pone interrogativi complessi ed ha le sue radici nella maggiore longevita', nella riduzione dei tassi di mortalita', nell'aumento del numero di patologie di tipo cronico. Purtroppo, le risorse sono limitate rispetto alle esigenze dei pazienti. Ecco che occorre rimodulare l'offerta, adottare principi in base ai quali razionalizzare la spesa, far si' che il nostro Sistema sanitario, uno dei migliori in Europa per la sua universalita', affidabilita' e solidarieta', anche se macchiato da liste d'attesa spesso indegne per un paese civile, regga l'impatto e sia sostenibile anche per il futuro". Il Sottosegretario si e' soffermato anche sullo sforzo richiesto all'industria farmaceutica, alla quale si chiede di ripianare il 35% dello sforamento di spesa delle Regioni.
"Un aggravio non da poco- ha osservato Cardinale- col pericolo di una possibile disincentivazione di quelle Regioni meno virtuose ad introdurre gli auspicati maggiori controlli".
"L'Italia- ha aggiunto la senatrice Simona Vicari, segretario della presidenza del Senato della Repubblica- spende per ricerca e sviluppo solo l'1,26% del Pil. Uno dei valori piu' bassi tra le economie avanzate. E sono le imprese private a contribuire quasi interamente con risorse proprie al finanziamento della ricerca e dello sviluppo in innovazione farmacologica. Purtroppo, oggi, l'industria farmaceutica si confronta con un contesto burocratico che disincentiva le sue iniziative e si trova alle prese sia con ritardi nell'introduzione nel Paese di farmaci innovativi, con tempi di latenza anche di oltre un anno dall'approvazione a livello europeo, cosa che penalizza i nostri malati rispetto a quelli di altri Paesi, sia con ritardi nei pagamenti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione che arrivano anche a 749 giorni, fenomeno che sottrae liquidita' agli investimenti".
Per Massimo Russo, assessore alla Salute della Regione Sicilia e rappresentante della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, l'incontro tenuto a Palermo giorni fa, tra il ministro della Salute, Renato Balduzzi e la commissione, si avvia a dare buoni frutti. "Si e' discusso- ha detto Russo- del Patto per la salute 2012-2015 e della rimodulazione dei ticket in sanita'. Su quest'ultimo punto, il ministro non ci ha dato certezze sui tempi, ma ha sostenuto che altri ticket non sono piu' sostenibili, una posizione condivisa dalla commissione".
"Solo la piena operativita' del Piano oncologico nazionale- ha commentato Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia- puo' oggi mettere fine, in Italia, alle inaccettabili disparita' tra i malati di cancro nelle diverse regioni, in termini di opportunita' di assistenza domiciliare, trattamenti radioterapici, cure palliative, terapia del dolore, riabilitazione e anche per superare le diseguaglianze nell'accesso ai nuovi farmaci oncologici". Disuguaglianze che raggiungono ormai una media di 12,7 mesi tra l'approvazione internazionale e la delibera in Italia, con punte anche di 15 mesi, cui si aggiungono i tempi per la messa a disposizione a livello regionale, dove si rileva in media una dilazione ulteriore di quasi 8 mesi, con punte anche molto piu' alte. Un segnale importante per sbloccare l'immissione in commercio di farmaci innovativi, anche oncologici, nel nostro Paese sono le recenti nomine delle due commissioni Aifa - Commissione consultiva tecnico-scientifica e Comitato prezzi e rimborso - dopo piu' di tre mesi di stasi.
"Ora, occorre dare vita a una rete virtuosa dell'innovazione- ha sottolineato Maurizio de Cicco, amministratore delegato Roche Spa e presidente Gef (Gruppo Europeo farmindustria)- che, con la collaborazione di tutti gli attori, consenta uno sviluppo sostenibile del Sistema Salute italiano. Per raggiungere questo traguardo e' necessario, da un lato, riconoscere tempestivamente, con criteri condivisi, le vere innovazioni terapeutiche, rendendole presto disponibili per tutti i pazienti sul territorio nazionale, abbattendo cosi' il 'ritardo cronico' del Paese, dall'altro lato, bisogna evitare di penalizzare le aziende che credono nell'innovazione, permettendo loro di continuare a investire in ricerca e non gravandole, invece, del deficit delle Regioni relativo alla spesa farmaceutica ospedaliera".
"Il costo sociale del cancro in Italia- ha affermato Carla Collicelli, vicedirettore del Censis- ha un impatto economico considerevole sulla vita dei pazienti e dei caregiver. È necessario intervenire per ridurlo, senza compromettere i servizi e garantendo la loro fruibilita'. Il tumore tende a essere sempre di piu' una malattia 'cronica', nonche' una 'patologia sociale di massa', con un impatto sulla societa' che va ben al di la' degli aspetti strettamente sanitari".
"L'utilizzo di farmaci innovativi- ha sottolineato Giuseppe Tonini, del direttivo nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica- rappresenta spesso per i malati di cancro l'unica possibilita' di contrastare la malattia migliorando sia la sopravvivenza che la qualita' di vita. Tuttavia, spesso per i pazienti italiani l'accesso ai nuovi farmaci risulta difficile. L'accordo della Conferenza Stato-Regioni del 2010 non ha sanato le disuguaglianze tra i pazienti italiani, sia perche' non recepito da tutte le Regioni, sia per problematiche sulla definizione di farmaco innovativo in campo oncologico".
Dal dibattito e' emersa la volonta' dei protagonisti del Sistema Salute italiano di impegnarsi in una stretta collaborazione, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile nel campo dell'oncoematologia, a beneficio dei pazienti, dei caregiver e dell'intero Sistema Paese.
(Wel/ Dire)