USL PROMUOVE PROGETTO ASSISTENZA INTEGRATA OSPEDALE-TERRITORIO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 feb. - Il diabete giovanile
e' una delle patologie a maggior impatto sociale. Il tasso di
incidenza della malattia e' in continuo aumento e si abbassa
sempre piu' l'eta' della diagnosi. In Italia la prevalenza del
diabete e' pari al 5% della popolazione generale: attualmente
almeno 3 milioni di persone sono affette da diabete mellito, di
cui oltre 120 mila sono insulino-dipendenti. Di questi ultimi
circa 15 mila sono bambini e adolescenti. A Parma e provincia
sono 101 i diabetici in eta' scolare (dati 2010) ovvero di eta'
compresa tra 0 e 19 anni (su una popolazione totale 0-18 anni di
70.296 unita'). Se non trattato in modo adeguato il diabete puo'
dar luogo a complicanze che possono compromettere seriamente la
funzione di alcuni organi vitali e la qualita' della vita della
persona. Nella terapia e' fondamentale il ruolo della famiglia ed
e' dimostrato che i pazienti con dinamiche familiari alterate, a
basso reddito o con status socio-economico precario hanno una
bassa compliance alla terapia, scarso controllo glicemico
domiciliare e maggior rischio di ricoveri per scompensi
metabolici. Per sostenere queste persone l'Azienda Usl di Parma
ha promosso in via sperimentale un progetto di educazione
sanitaria e di sostegno all'autocura per i giovani diabetici a
maggiore fragilita'. "Il progetto e' estremamente interessate -
dice Ettore Brianti, direttore sanitario dell'Azienda Usl di
Parma - per la componente di integrazione sociale e
socio-sanitaria a favore di ragazzi per i quali la terapia e'
fondamentale".
Segnalazione e presa in carico. Sono queste le fasi del
progetto dedicato ai soggetti diabetici fragili realizzato
dall'Azienda Usl (con la Pediatria di comunita', il servizio
infermieristico domiciliare e i medici specialistici), dal Centro
di riferimento regionale per la diabetologia pediatrica
dell'Azienda ospedaliera universitaria, dai pediatri, dai Servizi
sociali e dall'associazione Giovani diabetici. La segnalazione
dei soggetti fragili avviene da parte del Centro di riferimento
regionale per la Diabetologia pediatrica che indica alla
Pediatria di comunita' e al pediatra di libera scelta le
situazioni dei giovani diabetici che si trovano in condizioni di
fragilita'. Sara' poi la Pediatria di comunita' ad arrivare gli
interventi domiciliari necessari per impostare il programma
educazionale e di sorveglianza attiva. "Si tratta di un progetto
unico in Italia- spiega Maurizio Vanelli, responsabile del Centro
di riferimento diabetologico regionale dell'Azienda ospedaliero
universitaria- un esempio di assistenza integrata
ospedale-territorio". Il riferimento per le famiglie rimane pero'
il pediatra di libera scelta che e' informato sui sintomi
principali della comparsa del diabete. Anche se, come ricorda
Vanelli, "famiglie e pediatri possono rivolgersi al servizio
predisposto dal centro di riferimento dell'azienda ospedaliero
universitaria per informazioni e consigli".
Cosa accade negli interventi domiciliari? I professionisti
dell'Ausl (esperti nel counseling del diabete) affrontano con il
paziente e con la sua famiglia i temi per una corretta gestione
della malattia: cos'e' il diabete e perche' e' importante
curarlo, come assumere i farmaci e come effettuare
l'autocontrollo, quali sono le complicanze acute della malattia e
come prevenirle, qual e' l'alimentazione corretta. Il personale
si fa carico anche della sorveglianza rispetto all'adesione al
programma diagnostico-terapeutico complessivo con chiamate attive
ai controlli programmati presso il Centro ospedaliero, del
raccordo con il pediatra di libera scelta per segnalare eventuali
situazioni che comportino una variazione del programma, della
valutazione del comportamento familiare. Il progetto prevede
anche mediazione culturale nel caso vi siano difficolta'
linguistiche. La fragilita', infatti, spiega il direttore medico
di presidio dell'Azienda ospedaliero universitario, Antonio
Balestrino, "si articola in diverse componenti, non c'e' solo la
fragilita' economica ma anche quella dovuta a usi e costumi
diversi: elementi che ci impongono nuove esigenze di
interpretazione"
(Wel/ Dire)