(DIRE - Notiziario salute) Roma, 19 dic. - L'ipertensione colpisce oltre il 30% degli adulti nel nostro Paese, raggiungendo punte di oltre il 70% negli ultrasettantacinquenni. Considerando che l'aspettativa di vita nel nostro Paese e' in costante crescita, e' ragionevole pensare che dai 15-18.000.000 di ipertesi che vi sono oggi nel nostro Paese, si passera' nel 2020 ad un numero compreso tra 20 e 22.000.000 di ipertesi.
Dal momento che l'ipertensione e' la piu' frequente causa di infarto miocardico, ictus cerebrale e scompenso cardiaco ed e' il fattore di rischio piu' frequentemente riportato per ospedalizzazioni e disabilita', appare evidente come il carico legato all'incremento di queste frequenti e gravi conseguenze dell'ipertensione potra' avere un effetto drammatico nonche' difficilmente sostenibile dal punto di vista organizzativo e finanziario per il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Ma oggi, sostiene il presidente della Siia (Societa' italiana ipertensione arteriosa) Massimo Volpe, Cardiologo dell'Universita' "Sapienza" di Roma, "soltanto il 30% dei pazienti ipertesi presenta un soddisfacente controllo della pressione arteriosa. Si fa troppo poco per prevenire e curare meglio questa condizione che e', allo stesso tempo, cosi' insidiosa e grave, ma anche prevenibile e facilmente curabile. Una riduzione della pressione anche di soli 10 mmHg puo' ridurre del 10-15% l'infarto e lo scompenso cardiaco e fino al 20% l'ictus.Cio' consentirebbe di guardare con molta maggiore serenita' alla futura sostenibilita' economica e sociale del nostro Servizio Sanitario Nazionale". Occorre, per la Siia, "chiamare a raccolta tutti: istituzioni, ministero e Regioni, mass-media, esperti, specialisti e medici di Medicina Generale per migliorare il controllo dell'ipertensione arteriosa nel nostro Paese, con l'ambizioso obiettivo di raggiungere il 70% entro il 2015. Oggi ci sono a disposizione di tutti gli strumenti terapeutici per raggiungere questo obiettivo, ma e' necessario istituire con urgenza un tavolo tecnico di lavoro e predisporre un vero e proprio progetto strategico in una fase di critica contingenza economico-sanitaria che mette a repentaglio, assieme naturalmente ad altre patologie in crescita, l'intera sostenibilita' e la grande eticita' del nostro Servizio Sanitario Nazionale".
(Wel/ Dire)