L'INDAGINE DELLA COMMISSIONE ERRORI DEL PARLAMENTO.
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 19 dic. - Il 62,7% delle aziende sanitarie non ha copertura assicurativa per le colpe gravi dei medici. Una "anomalia" che mette a rischio la possibilita' di risarcimento del cittadono laddove anche l'operatore sanitario non risulti assicurato visti gli alti costi dei premi spesso insostenibili per il singolo. È quanto rileva l'indagine condotta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario guidata da Antonio Palagiano, Idv.
Il dato emerge dai 169 questionari che la Commissione ha ottenuto da altrettante aziende (oltre il 50% del totale) in risposta alla propria inchiesta in materia. Secondo l'indagine aumenta intanto l'importo i premi assicurativi versati. Fra il 2006 e il 2011 l'incremento e' stato del 23% (media annua del 4,6%). Si e' passati da 288 milioni di euro complessivamente versati nel 2006 a 354 milioni nel 2011. Il premio medio annuo assicurativo pagato dalle aziende sanitarie e' passato da 2 milioni di euro del 2006 a 2,7 del 2011, pari a un +35%. Alto anche l'incremento delle richieste di risarcimento: +24%. Dal 2006 al 2011 alle compagnie ne sono pervenute 82.210 con una media annuale di 13.702 richieste. Ma calano i danni liquidati. Gli importi pagati per risarcimento sono passati da 191 milioni del 2006 a 91 milioni del 2011, con una riduzione del 75%. Crollo dei risarcimenti a Nord-Ovest dove i pagamenti sono scesi da 68 milioni a 11 milioni in questo arco temporale. Insomma, il sistema sembra favorire le assicurazioni ma non i pazienti e le aziende sanitarie, fa notare la Commissione. E intanto, spiega il presidente Palagiano, "8 chirurghi su 10 ammettono di praticare la medicina difensiva che e' sempre piu' diffusa". E che pesa sulle spalle della comunita'. Occasione mancata per imprimere una svolta in questo ambito sono stati tanto il decreto Balduzzi sulla sanita' dove e' saltato, fra l'altro, l'obbligo di assicurazione coatta per le aziende, e il disegno di legge Fazio fermo al Senato. Fanno eccezione nel panorama globale alcune regioni, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Basilicata in cui sono stati attivati fondi regionali ad hoc per la copertura assicurativa. In Toscana il Fondo regionale Assicurativo riguarda 16 aziende sanitarie (45,7%), in Friuli Venezia Giulia 9 (25,7%), in Liguria 9 (25,7%), in Basilicata una sola azienda (2,9%). Sono invece 122 le aziende (72,2%) che si affidano alle compagnie assicurative.
"Diffondere l'utilizzo del Fondo Regionale nella maggior parte se non a tutte le Asl- sottolinea Palagiano- determinerebbe una notevole riduzione della spesa pubblica senza toccare il livello quali-quantitativo dell'offerta sanitaria. E comporterebbe una maggiore tranquillita' nell'azione dei medici. Oggi la medicina difensiva- ricorda il presidente- ci costa fra i 10 e i 14 miliardi di euro". Inoltre "i dati parlano di una crescente e spesso pretestuosa conflittualita' medico-paziente- fa notare Palagiano-. La differenza fra il bokm di denunce e sinistri e la diminuzione degli importi liquidati mostra come la tendenza dia quella di intentare cause, a volte in modo quasi strumentale. La conseguenze e' che i premi assicurativi schizzano alle stelle e le aziende sanitarie subiscono - quele che hanno assicurazione- un vero e proprio salasso che serve a tutelarsi da quello che sembra a tutti gli effetti un business".
(Ami/ Dire)