ESPERIENZA APPRODA SUL PALCO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 23 apr. - E' una storia vissuta in prima persona quella raccontata in "Appunti e scritti di un trapianto di cuore" ed e' la storia di Simone Fraschetti, sceneggiatore e attore nato con una grave cardiopatia congenita e sottoposto dieci anni fa ad un intervento di trapianto. Lo spettacolo - che ha debuttato ieri sera e sara' in scena fino a domenica 22 aprile, presso il Teatro Lo Spazio di via Locri 42 - e' stato concepito come un lavoro d'equipe: la regia e' infatti curata in maniera congiunta dallo stesso Simone, che interpreta la sua esperienza personale, dalla ballerina Lisa Rosamilia e dalla musicista Giada Bernardini.
L'iniziativa nasce per far conoscere al pubblico una delle tante realta' di trapianto attraverso la voce di un paziente, con l'obiettivo di descrivere il cambiamento esistenziale dopo l'intervento. La realizzazione dello spettacolo e' stata sostenuta dall'Associazione Nazionale Trapiantati di Cuore, dal Centro Regionale Trapianti del Lazio e dall'Acti di Roma. Il ricavato sara' devoluto alla Casa d'accoglienza "Tetto Amico", struttura creata presso il Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna per offrire ospitalita' gratuita ai pazienti trapiantati e ai loro familiari durante i periodi dei controlli medici pre e post-operatori. Secondo quanto afferma Simone Fraschetti: "Ho deciso di condividere la mia storia nell'unico modo possibile per me, ovvero portandola in scena. Nello scrivere il testo ho sentito la necessita' di dare uno spazio importante al supporto scenografico, per questo ho scelto di usare porte e finestre per rendere l'idea del trapianto come rituale di passaggio. Portare in scena la mia storia penso sia utile per informare chi non sa cos'e' un trapianto, per rassicurare chi attende, per ringraziare chi ha donato e soprattutto per condividere con tutti un'esperienza straordinaria". Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, dal 2009 ad oggi si e' registrata una diminuzione degli interventi di trapianti di cuore, la cui lista di attesa media e' di circa 2 anni e mezzo. "Nella drammaticita' di quanto ho vissuto - continua Simone - posso senza dubbio affermare di essere stato fortunato. Nell'agosto 2003 sono entrato in lista di attesa presso il Centro Trapianti Sant'Orsola-Malpighi di Bologna e dopo appena quarantuno giorni mi e' arrivata la telefonata che c'era un cuore compatibile con il mio gruppo sanguigno. Per me il trapianto e' un'esperienza legata alla vita e credo che lo sia altrettanto la donazione.
Attraverso la mediazione del Centro Trapianti, ho avuto occasione di comunicare in forma anonima con la madre della donatrice. Si e' trattato di una breve corrispondenza epistolare che mi ha fatto capire come la donazione sia un atto di autentico altruismo, un'occasione per le famiglie dei donatori di trovare un senso alla morte del proprio congiunto e di celebrare la vita". (Wel/ Dire)