IL CONVEGNO FAIP.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 23 apr. - "Bisogna puntare su una medicina basata sull'evidenza e su un impegno di ricerca serio, che rifiuti l'illusione di creare la guarigione e il miracolo". A dirlo e' Pietro Barbieri, presidente della Fish (Federazione italiana superamento handicap) in occasione del convegno "Dalla qualita' della ricerca alla qualita' della vita", organizzata dalla Faip per la Giornata nazionale della persone con lesione al midollo spinale. Barbieri sottolinea l'importanza di un approccio che miri a fornire indirizzi chiari dal punto di vista della ricerca, facendo in modo che "non ci si inventi nulla" e che anzi, dalla diagnosi fino alla possibilita' di una terapia, tutto discenda da una "medicina basata sull'evidenza". Approccio scientifico e validato, dunque, cosi' come si e' recentemente fatto, ad esempio, con l'autismo, su cui l'Istituto superiore di sanita' ha pubblicato una Linea Guida che le associazioni delle persone con disabilita' hanno apertamente appoggiato, anche contro le polemiche sollevate sul tema. E' quanto mai auspicabile, per Barbieri, che questo modo di procedere venga attuato "per tutte le disabilita'": maggiore certezza, piu' chiarezza, meno illusioni. Il presidente della Fish mette in evidenza anche un secondo tema: "Ancora oggi - dice - viviamo troppo di sanita' e troppo poco di politiche sociali, di lavoro, di inserimento sociale: occorre puntare su una tutela della salute che restituisca la persona al suo contesto". Non dunque una "riabilitazione vita natural durante", ma una tutela della salute che "restituisca pero' la persone al suo contesto, con tutto cio' che questo significa, ad iniziare da un maggior impegno sulle politiche sociali e su tutto cio' che e' altro rispetto alla sanita'". Per Barbieri "il grande luogo di assistenza e presa in carico e' tuttora l'ambito sanitario" ma manca tutto il resto, e la scarsita' di fondi, come pure la mancanza dei livelli essenziali, sono aspetti evidenti di questa assenza di attenzione che "nasconde la reiterazione del percorso riabilitativo sine die". "Per questo approccio - spiega Barbieri - si e' sempre malati, mentre l'approccio della Convenzione Onu e' opposto, non si e' malati ma si e' persone".
(Wel/ Dire)