(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 5 apr. - "Lo Stato non puo'
considerare l'embrione un essere umano solo quando si tratta di
aborto". E' iniziata con queste parole di Carlo Rienzi,
presidente del Codacons, la conferenza stampa organizzata
dall'associazione insieme a 7 delle 40 coppie coinvolte
nell'incidente avvenuto al centro Pma (Procreazione medicalmente
assistita) del San Filippo Neri, dove c'e' stata la perdita di 94
embrioni, 130 ovociti e 5 campioni di liquido seminale.
"Per noi e' omicidio colposo- ha aggiunto Rienzi- e, oltre
alle altre ipotesi di reato, chiederemo non meno di un milione di
euro a coppia, perche' il danno che queste coppie hanno avuto e'
immenso". Nel corso della conferenza, poi, e' stato
pero' precisato meglio, dallo stesso Rienzi, che, trattandosi di
un danno 'personale', la richiesta di un milione di euro sara' a
persona, e non a coppia. Proprio le coppie, poi, sono state al
centro dell'incontro. A loro il Codacons ha lasciato la parola.
"Non vogliamo la chiusura del centro, perche' funziona e ci sono
persone meravigliose li', ma vogliamo sapere di chi e' la
responsabilita'" ha detto uno dei pazienti del San Filippo Neri
che si era rivolto al centro di Procreazione medicalmente
assistita insieme alla moglie, per avere il primo figlio, dopo
anni di tentativi. "Lo Stato e la Regione ci lasciano soli- ha
continuato- non ci garantiscono nulla. Siamo numeri per loro.
Sapete cosa vuol dire ricominciare adesso?".
Le accuse contenute nell'esposto alla Procura di Roma sono
chiare e dirette: alla presidente Renata Polverini, "per omessi
controlli sulla struttura", alla Asl "per rifiuto atti
d'ufficio", all'azienda ospedaliera, "per interruzione di
servizio pubblico, danneggiamento e soppressione degli embrioni,
specificato dall'articolo 14 della legge 40/2004", e
naturalmente, alla societa' Air liquide "per diretta
responsabilita' nel malfuzionamento delle apparecchiature". Il
nodo piu' problematico sara' invece la "definizione di embrione,
che il Comitato etico vede come essere umano", ha specificato
Rienzi. Da questo dipendera' anche "la configurazione eventuale
del reato di omicidio colposo e l'entita' dei risarcimenti".
"Io ho gia' un figlio e ora ho paura a ricominciare- ha detto
poi una delle donne presenti- sia per il mio fisico che per i
soldi. Sono stati 7 anni tremendi per noi". Tutti sono stati
pero' concordi nel sostenere in ogni caso la struttura, che in
Italia e' uno dei pochi centri pubblici sulla procreazione,
mentre nelle strutture private si paga "dai 5 mila euro in su".
"Spesso le strutture ti prendono in giro o ti usano come
cavie", ha aggiunto un papa'- tutti spingono verso il privato,
tranne che al San Filippo, dove ci sono angeli veri e propri. Noi
vogliamo giustizia, anche se nessuno ci ridara' il tempo o le
speranze perse". In questo momento l'esposto e' al vaglio della
Procura, a cui il Codacons ha chiesto il sequestro, oltre che
delle cartelle cliniche delle coppie anche dei contratti fra le
aziende appaltatrici.
(Wel/ Dire)