FRA I TEMI ANCHE L'ADERENZA DELLA TERAPIA E I COSTI DEL SISTEMA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 apr. - In Italia la Sanita'
rappresenta uno dei settori in cui il governo e le
amministrazioni regionali sono maggiormente intervenuti, per
assicurare la tenuta dei conti pubblici. I forti disavanzi
accumulati e la difficolta' ad individuare una precisa governance
del settore, con sovrapposizioni e indeterminazioni nelle
competenze a livello nazionale e locale, stanno impattando
significativamente sulla possibilita' di garantire uguali livelli
di assistenza, nelle diverse regioni italiane: in alcune realta'
geografiche, infatti, i cittadini si trovano a non poter
usufruire delle terapie e dei servizi sanitari che spettano loro.
Come si possono superare queste difficolta', coniugando le
esigenze dei bilanci regionali con il diritto alla salute dei
cittadini? Quali sono i diritti ed i doveri dei cittadini stessi,
in un contesto di riduzione della spesa sanitaria? Se n'e'
discusso nei giorni scorsi, a palazzo Marini a Roma, in occasione
della tavola rotonda "Sanita' oggi, organizzazione, risorse e
diritto alla salute", organizzata da Cosmec e promossa da Merck
Serono.
All'evento hanno partecipato autorevoli esperti del mondo
della salute, giuristi e rappresentanti del mondo
dell'Associazionismo e delle Istituzioni. Sono intervenuti tra
gli altri: Mario Zanchetti, professore ordinario di Diritto
penale presso l'Universita' "Carlo Cattaneo" Liuc, Francesco
Saverio Mennini, professore di Economia e Management sanitario
presso la facolta' di Economia dell'Universita' di Roma "Tor
Vergata", Paolo Marchetti, direttore dipartimento di Oncologia
Idi-S.Andrea Roma, Giovanni Monchiero, presidente Fiaso ed
Antonio Gaudioso, vice segretario generale di Cittadinanza
attiva-Tribunale dei diritti del malato.
Proprio Gaudioso, si e' soffermato sul rischio concreto di
non poter garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea), in
maniera uniforme, su tutto il territorio nazionale e per tutti i
cittadini italiani. "Non e' ammissibile- ha commentato il vice
segretario generale di Cittadinanza attiva- che i cittadini
residenti nelle aree geografiche piu' colpite da cronici dissesti
finanziari, corrano il rischio di non vedersi riconosciuti i
propri fondamentali diritti. Certamente i Lea devono sapersi
coniugare con le esigenze dei bilanci regionali, ma non a costo
di sacrificare il rispetto della tutela del diritto alla salute
di tutti i cittadini, come sancito dall'ormai noto articolo 32
della Costituzione e dagli obiettivi del Piano sanitario
nazionale e di quelli regionali". L'evento odierno ha voluto
portare un contributo per individuare le possibili alternative
all'attuale "Offerta salute". Il sistema attuale rischia,
infatti, di penalizzare l'intero Welfare e, soprattutto, di
compromettere le basi per la costruzione di una Societa' futura
piu' equa e rispettosa dei diritti dei suoi cittadini.
"L'accesso ai trattamenti e alle terapie farmacologiche
rappresenta un bene inderogabile- ha dichiarato Stefano
Cianfarani, professore associato di Pediatria, universita' di
Roma Tor Vergata e Ospedale pediatrico Bambino Gesu'- tuttavia il
contesto politico sanitario delineato, aggravato da una domanda
crescente di salute dovuta all'invecchiamento della popolazione,
non puo' esimere i cittadini dall'adottare quei comportamenti
corretti, per contribuire al risanamento del Sistema Salute.
In un contesto di riduzione della spesa sanitaria, ha quindi
aggiunto l'esperto, "l'aderenza alla terapia da parte del
paziente, costituisce un dovere che genera valore: oltre che per
il paziente stesso, anche e soprattutto, per l'intero Sistema
salute, che evita cosi' inutili sprechi di risorse pubbliche e
quindi di aggravi in termini di costi".
Secondo una recente indagine presentata da Farmindustria,
infatti, il costo annuo di 6,3 miliardi sostenuto dal Ssn per
l'uso di farmaci per patologie croniche come malattie
cardiovascolari, respiratorie, depressione ed Alzheimer, si
traduce in un beneficio di 6,1 miliardi di euro annui e in un
risparmio di 5.6 miliardi di euro annui, in termini di minori
giorni di lavoro persi e minore spesa per assistenza sociale.
L'uso corretto dei farmaci, infatti, puo' determinare
"risparmi per il Sistema sanitario nazionale riducendo il rischio
di malattie invalidanti, evitando interventi chirurgici non
necessari e rallentando la degenerazione, o attenuando i sintomi
di alcune malattie tipiche dell'invecchiamento. E ancora-
conclude Cianfarani- accorciando i tempi di ospedalizzazione o,
nel caso di patologie croniche, evitando il ricovero ospedaliero.
Basti pensare che un giorno di ricovero in ospedale costa al Ssn
circa 1.000 euro, ovvero piu' di 5 volte la spesa pro-capite per
assistenza pubblica, per medicinali in farmacia".
(Wel/ Dire)