"NEL LAZIO SOLO ESAMI IN CONVENZIONATE O PRIVATE A 200-300 EURO".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 apr. - "E' sconcertante che
il piano sanitario corrente non sia stato adeguato e aggiornato
secondo la clinica vigente che vede, tra le esigenze
terapeutiche, quella di inserire esami allergologici ai farmaci".
Lo dichiara il segretario regionale di Fials Confsal, Gianni
Romano.
"Nella nostra Regione- prosegue Romano- se un paziente ha
necessita' di valutare la propria reazione allergica a un
qualsivoglia farmaco, si deve recare solo in una struttura
privata convenzionata, perche' al momento non esistono strutture
pubbliche che facciano questo tipo di esami".
Vale a dire, spiega Romano, "che a oggi gli Irrcs, i
policlinici universitari assieme alle aziende ospedaliere
pubbliche presenti nel Lazio svolgono, di routine, solo esami di
allergia a polveri, pollini e ad alimenti. Niente di piu',
eppure, l'allergia ai farmaci, secondo le ultime indagini
statistiche, riguarda il due per cento dell'intera popolazione.
E, nel complesso, prevalgono i mezzi di contrasto usati nella
diagnostica per immagini. Mentre- precisa Romano- se si allarga
il campo sulla fenomenologia internazionale, viene fuori che
negli Stati Uniti le reazioni avverse ai farmaci provocano almeno
500 morti ogni anno. Con le dovute proporzioni, potremmo
ipotizzare che in Italia sarebbero circa un centinaio.
Innumerevoli, inoltre, sono gli effetti secondari che interessano
gli organi cosiddetti nobili e che possono determinare anche
lesioni permanenti a questi apparati".
"Tenendo conto di queste considerazioni- sottolinea il segretario
regionale Fials Confsal- chiediamo al presidente e commissario ad
acta per il rientro sanitario, Polverini, di adeguare il piano
allergologico e vincolare le strutture sanitarie pubbliche a
eseguire gli esami predetti. Soprattutto quando i pazienti da
sottoporvi sono quegli stessi che non possono curare le loro
patologie con preparazioni farmacologiche apposite, perche' hanno
sviluppato un'intolleranza evidente".
"Mentre- aggiunge Romano- risulta ancora piu' grave il fatto
che, parecchi pazienti affetti da patologie tumorali non possono
piu' eseguire la dovuta prevenzione, perche' divenuti allergici
ed alcuni mezzi di contrasto usati in diagnostica per immagini.
Costoro, nella speranza di poter testare un mezzo di contrasto
che non provochi reazioni avverse, molte volte sono costretti a
eseguire il test privatamente per tagliare i tempi di attesa
incredibili che, certe strutture convenzionate dichiarano per le
visite allergologiche. Vale a dire, che si deve mettere mano al
portafoglio e con 200 o 300 euro in una settimana, si risolve il
problema della visita e si inizia il percorso per le prove
allergiche".
"Se invece le strutture pubbliche fossero in grado di offrire
questo stesso servizio, sia i tempi di attesa, sia i costi si
abbasserebbero enormemente e i pazienti- conclude Romano-
sarebbero tutelati e garantiti nel diritto alla salute.
Aspettiamo che il presidente Polverini si interessi anche del
diritto reale alla salute, dopo che da due anni quasi
ininterrottamente ne propaganda l'impegno. Al momento pero'
rimangono solo parole".
(Wel/ Dire)