(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 set. - "Differenziare gli
interventi di cura e sostegno destinati ai minori da quelli
destinati agli adulti con dipendenze croniche": e' questa la
linea intrapresa dalla regione Veneto in tema di dipendenze
giovanili. L'indirizzo e' stato ribadito dall'assessore alle
Politiche sociali Remo Serrnagiotto nel corso di un confronto a
tutto campo tra operatori a Ponzano Veneto, nel trevigiano. Nel
2010 sono stati 334 i minori seguiti dai servizi regionali
dipendenze e 29 quelli inseriti in comunita' terapeutiche. Nel
primo semestre 2011 i minori seguiti dai Serd sono 243 e quelli
inseriti in comunita' 22. "I cronici - aggiunge l'assessore -,
magari non piu' dipendenti ma con qualche forma di invalidita' o
di parziale disabilita' acquisita, devono uscire dalle comunita'
terapeutiche ed entrare in un sistema di lavoro protetto. Questa
e' la sfida che abbiamo davanti". Per questo la regione, anche se
costretta a fare i conti con minori risorse, sta portando a
conclusione il progetto di riforma delle comunita' terapeutiche e
quello dei servizi per le dipendenze: "La situazione e' molto
cambiata rispetto a dieci anni fa - rileva Michela Frezza,
responsabile del dipartimento -: ora il sistema veneto e'
riuscito a reinventarsi, a riadattarsi con un lavoro tenace e
paziente di rete vera tra scuole, famiglie, privato sociale,
servizi dipendenze nelle Ulss". In questo modo, conclude Frezza,
"il sistema dei servizi territoriali e' diventato piu'
riconoscibile e accessibile anche per le persone giovani e molto
giovani che presentano problemi di dipendenze".
(Wel/ Dire)