AL VIA OGGI A PALERMO IL CONGRESSO NAZIONALE DEI GINECOLOGI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 set. - Oggi in Italia una
nascita su 10 avviene in strutture che assistono meno di 500
parti l'anno. "Pochi, troppo pochi per poter garantire la
sicurezza di madri e bambini - spiega il prof. Nicola Surico,
Presidente della Societa' Italiana di Ginecologia e Ostetricia
(SIGO), che inaugura oggi a Palermo il suo Congresso nazionale -.
A quasi un anno dal piano di riordino varato dal Ministro Fazio
nel concreto non vi sono cambiamenti significativi. I casi di
centri chiusi o riconvertiti sono rare eccezioni e le Regioni che
ci hanno provato si sono scontrate con fortissime resistenze,
anche da parte della popolazione. Vanno informate le donne sui
requisiti minimi da richiedere, ne va della loro sicurezza:
meglio sopportare il disagio di qualche km in piu' che correre
rischi. Come tecnici, pero', ci appelliamo in primo luogo agli
amministratori: non si puo' perdere altro tempo". L'invito giunge
dalla piu' autorevole sede, il Congresso nazionale che riunisce a
Palermo 2.000 specialisti e che dedichera' ampio spazio alla
riorganizzazione dei reparti a tutto vantaggio delle pazienti.
Fra le misure previste dal piano vi era anche il contrasto
all'abuso dei tagli cesarei, che nel nostro Paese rappresentano
oggi il 38% del totale dei parti (record europeo). Una modalita'
concreta per invertire la tendenza e' quella scelta dalla Sicilia
che ha equiparato il rimborso DRG per la nascita per via naturale
a quello per via chirurgica. "La nostra regione vanta il triste
primato, dopo la Campania, del piu' alto tasso di ricorso al
taglio cesareo, utilizzato in piu' di un parto su due (53,1%) -
afferma il prof. Paolo Scollo, vicepresidente SIGO e Direttore
dell'U.O. di Ginecologia e Ostetricia dell'Ospedale Cannizzaro di
Catania -. Altri segnali preoccupanti sono il basso numero di
gravidanze seguite presso i consultori (< 15%) e un'elevata
percentuale di assistenza ostetrica privata (86%). Tutte
'storture' che la riforma prevede di correggere e che il nuovo
piano sanitario regionale accoglie". In Sicilia si registra
inoltre il piu' alto numero di punti nascita con meno di 500
parti l'anno, ben 38. "Bisogna procedere rapidamente ad una
riconversione, senza creare allarmismo - commenta il prof.
Antonino Perino, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica
dell'Universita' di Palermo, Presidente del Congresso - . Queste
strutture possono essere mantenute in caso di motivate
valutazioni legate alla specificita' dei bisogni reali del
territorio e in caso risulti difficile o impossibile attivare i
servizi di trasporto assistito materno. Oltre al numero di parti
vanno inoltre considerate le dotazioni strutturali indispensabili
per garantire un'assistenza ottimale". Quali sono i requisiti
minimi? Per definirli la SIGO, in collaborazione con altre
Societa' scientifiche ed associazioni, ha dato vita al GINS - il
Gruppo Intersocietario Nascita Sicura e sta lavorando ad un
progetto per la certificazione dei reparti su criteri oggettivi.
"Sono pronti gli indicatori ed a breve presenteremo il manuale
operativo - spiega Surico -. Siamo partiti dagli standard
internazionali che abbiamo adattato al contesto italiano. Fra i
punti chiave vi e' la copertura di una guardia medico-ostetrica,
anestesiologica e medico-pediatrica attiva 24 ore su 24". La
riorganizzazione dell'assistenza materno infantile deve inoltre
tenere conto dell'evoluzione demografica e della sempre maggiore
presenza di donne provenienti da altre nazioni e culture: oggi il
16,9% dei parti e' relativo a madri di cittadinanza non italiana.
"La mortalita' materna e' maggiore tra le straniere, con un
rischio piu' elevato in chi ha una bassa scolarita' - affermano i
presidenti del Congresso, Luigi Alio, Direttore U.O. Ginecologia
ed Ostetricia dell'Ospedale Civico Palermo e Massimo Petronio,
Direttore del Dipartimento salute della Donna e del Bambino dell'
Ospedale "G. F. Ingrassia" di Palermo -. Il nostro Congresso
dedica ampio spazio al rapporto fra salute ed emigrazione: vanno
infatti attivati percorsi ad hoc e formate professionalita'
specifiche. Gia' esistono 'buone pratiche' e modelli possibili di
integrazione, come quello attuato nei consultori di Palermo. La
Sicilia infatti, crocevia di culture e popoli, rappresenta un
esempio virtuoso che puo' essere esportato nel resto del Paese".
Il Congresso prevede 3 giorni ricchi di appuntamenti dedicati
alla salute della donna a 360°, con spazi di approfondimento
aperti alla cittadinanza e testimonia l'altissimo livello della
ginecologia italiana. Una leadership riconosciuta anche sul piano
internazionale, dato che la FIGO (International Federation of
Gynecology and Obstetrics) ha scelto Roma come sede del prossimo
Congresso mondiale nel 2012. "Il nostro Paese presenta punte di
assoluta eccellenza - conclude Surico -: un tasso di nati morti
inferiore alla media europea (2,79 ogni mille nati rispetto al
2,89 per mille) e ottimi indici neonatali. Tutto cio' nonostante
l'eta' media delle madri sia fra le piu' elevate del continente
(32,4 anni). Significa che il percorso funziona, accoglie la
donna e le garantisce un'ottimale assistenza fino al momento del
parto. Ora dobbiamo impegnarci tutti, Istituzioni e
professionisti, per renderlo ancora piu' efficiente e capace di
rispondere ai bisogni delle nostre pazienti".
(Wel/ Dire)