IDEA DI UNA GIOVANE RICERCATRICE ITALIANA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 set. - La qualita' e lo
stato di conservazione degli alimenti sono temi a cui ogni
consumatore e' particolarmente legato.
Non capita di rado infatti, che si senta parlare del sequestro
di tonnellate di cibi avariati e della chiusura di interi
stabilimenti di produzione, da parte dei Nas dei Carabinieri.
Altre volte poi, sono gli stessi consumatori a dare l'allarme,
talvolta a spese della propria salute.
Una nuova invenzione, a cui stanno lavorando alcuni ricercatori
dell'Universita' di Pavia, potrebbe aiutare a risolvere questi
problemi. Si tratta di un microchip in grado di rilevare la
contaminazione dei cibi.
L'idea e' nata alla ventinovenne ricercatrice Lisa Fornasari,
che per la brillante intuizione ha ricevuto un finanziamento di
30mila euro da Telecom Italia, nell'ambito del premio "Working
Capital - Premio nazionale Innovazione".
Questo dispositivo, chiamato "Safefood", che per le dimensioni
assai ridotte potrebbe tranquillamente entrare in tasca o in
borsa, e' in grado di capire se un alimento e' stato contaminato
da agenti dannosi, che ne hanno alterato la composizione e che
provocherebbero, se ingeriti, danni alla salute dell'uomo.
A beneficiare dell'invenzione sarebbero, in primis, gli addetti
dell'industria alimentare e i produttori di beni destinati al
consumo. Anche gli organi di controllo e sicurezza alimentare
avrebbero a disposizione uno strumento poco invasivo, pratico ed
economico da utilizzare per le loro indagini.
Infine, gli stessi consumatori, spesso quelli piu' penalizzati
dagli episodi di "mala-alimentazione", potrebbero impiegarlo tra
gli scaffali di negozi e supermercati per essere certi della
bonta' di un prodotto.
(Wel/ Dire)