(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 set. - È in questo periodo
dell'anno, con il cambio climatico e l'inizio della stagione
autunnale, che si acuisce la fase depressiva del disturbo
bipolare e si registra il picco annuale di ricoveri. Se ne e'
parlato ieri sera a Milano, durante la presentazione italiana di
"Una Diversa Follia", la prima guida empatica al disturbo
bipolare II, una malattia psichiatrica che si stima colpisca tra
gli 1 e i 3 milioni di italiani e circa il 2-5% della popolazione
europea.
All'evento si e' registrato un inaspettato boom di presenze:
oltre 150, infatti, i milanesi che si sono accalcati in una
libreria di Piazza Duomo per ascoltare il racconto dell'autrice:
la giornalista e scrittrice americana Karla Dougherty.
Il professor Carlo Altamura, Direttore della Clinica
Psichiatrica dell'Universita' degli Studi di Milano, ha curato
l'edizione italiana del volume: "Una Diversa Follia - spiega
Altamura - tenta di risolvere il mistero del disturbo bipolare
II: una forma piu' sfumata di bipolarita' dalla difficile
diagnosi, che alterna stati depressivi e fasi eccitatorie ed e'
caratterizzata da un'ansia spesso paralizzante Alla maggior parte
delle persone che cercano aiuto viene, infatti, posta una
diagnosi sbagliata di depressione, tanto che in media il disturbo
bipolare II non e' diagnosticato per almeno dieci anni e cio'
causa nei pazienti una scarsa qualita' di vita. Come direttore
del Centro per il trattamento dei disturbi depressivi del
Policlinico di Milano, ho visto molti pazienti affetti da
bipolare che si rivolgevano a noi per disturbi depressivi o
ansiosi".
"Mi sentivo depressa - racconta Karla Dougherty - ma questo era
in contrasto con il fatto che per giorni o anche settimane avevo
cosi' tanta energia nervosa che avrei voluto imbottigliarla per
usarla nei momenti in cui, al contrario, mi trovavo a strisciare.
Senza la diagnosi corretta, chi soffre di disturbo bipolare II
continuera' a vivere una vita dimezzata, carica di ansia,
amarezza e potenziale irrisolto. Prima che mi fosse formulata la
diagnosi, purtroppo, mi ero fatta condizionare da tutti i
possibili luoghi comuni e non ero l'unica ad avere un'idea
sbagliata su questo disturbo. Inoltre, mi resi conto che il mio
disturbo era cosi' personale che avevo paura di provare
imbarazzo, di essere scoperta e ostracizzata.
'Una Diversa Follia' nasce proprio dal bisogno di far conoscere
al mondo il disturbo bipolare non in quanto forma di pazzia, come
molti pensano, ma come una vera e propria malattia che puo'
essere curata".
(Wel/ Dire)