PELISSERO (AIOP): "CON UN SISTEMA MISTO, MENO SPRECHI PER IL SSN"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 set. - Che il privato salvi
la sanita' pubblica. O almeno la aiuti a galleggiare al tempo
della crisi. Perche' i numeri raddrizzano il controsenso logico:
stando ai dati forniti da Ermeneia per Aiop il "privato" eroga il
16% delle prestazioni del Sistema Sanitario Nazionale e costa
l'8% in meno, a parita' di prestazione. In soldoni, costa la
meta'. Garantendo al contempo livelli di qualita' elevata,
soprattutto nelle strutture accreditate. Il futuro, in un
contesto di sofferenza del sistema di welfare italiano, non puo'
dunque prescindere dall'ingresso della realta' imprenditoriale
all'interno di un sistema comunque di ottimo livello come quello
della nostra sanita' pubblica.
Almeno questa e' la via indicata dagli esperti intervenuti alla
Tavola Rotonda sui rapporti tra Pubblico e Privato tenutasi nel
XII Congresso della SICOP (www.XIICongressoSICOP.it), la Societa'
Italiana di Chirurgia nell'Ospedalita' Privata Accreditata,
presieduto dal Prof.
Daniele Enrico Maria Maggiore.
"In Italia- spiega Gabriele Pelissero, vice presidente
dell'Aiop- la quota di privato puro e' molto piccola, perche' il
Ssn copre il 95% delle prestazioni. Ma in ogni caso la situazione
a livello regionale e' estremamente frastagliata: si passa da
Regioni come Lombardia, Puglia, Piemonte e Abruzzo che fanno
registrare una percentuale del 18% di ricoveri nel privato e con
una complessita' molto elevata, a quelle come Umbria, Sardegna,
Molise, Friuli e Marche dove invece si fa quasi tutto nelle
strutture pubbliche. Ma solo perche' sono direttamente le Regioni
a imporre i paletti all'impresa privata. La Regione in assoluto
con piu' ricoveri nel privato e' il Lazio con il 47%".
Migliore gestione delle risorse, sprechi ridotti al minimo,
attenzione per la ricerca: la sanita' privata ha dunque tutto
quel che manca a quella pubblica. Ed e' per questo che Pelissero
propugna un sistema misto che punti ad un intreccio virtuoso
delle due realta': "E' chiaro che il pubblico si porta dietro dal
passato un carico di disfunzione piu' elevato, e che la
disciplina privatistica proprio a livello giuridico tracci una
strada piu' efficiente. Da questo ragionamento derivava
l'aziendalizzazione della sanita' pubblica intrapresa all'inizio
degli anni 90 sotto il governo Amato, introducendo dei criteri di
gestione mutuati dal privato.
Purtroppo quel processo si e' interrotto e oggi ci troviamo con
molte Regioni con il piano di rientro. In questo momento di crisi
e' indispensabile uscire dalla logica dei tagli e basta. Serve
una riforma strutturale che risani con la crescita: riprendere
quel processo di riforma positivo interrotto, garantendo la
qualita' e i volumi ma riducendo contemporaneamente i costi. Per
fare questo e' necessario integrare il privato nel Sistema
pubblico".
(Wel/ Dire)