SALUTE. SUICIDI, IN ITALIA 4 MILA L'ANNO 2 AL MINUTO NEL MONDO
3 MILA UOMINI E MILLE DONNE, FENOMENO PIÙ GRAVE A NORD E CENTRO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 set. - Sono circa 4 mila le
persone che ogni anno in Italia decidono di togliersi la vita,
come se un intero paesino montano sparisse, di volta in volta. Un
fenomeno spesso poco conosciuto, di cui si parla malvolentieri,
ma che secondo l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms), fa
nel mondo due morti al minuto. L'Oms, infatti, stima in circa un
milione le persone che perdono la vita per suicidio, con un tasso
di mortalita' di 14,5 su 100 mila individui. Negli ultimi anni,
pero', il tema sta destando l'interesse di ricercatori a livello
internazionale per lavorare maggiormente sulla prevenzione, tema
a cui e' dedicata la Giornata mondiale della prevenzione del
suicidio che in Italia si celebrera' con un convegno oggi e
domani, 9 settembre, organizzato dal presso l'azienda ospedaliera
Sant'Andrea di Roma. Un occasione per fare il punto sul fenomeno
e sulle esperienze positive attivate in tutto il mondo.
"Per quanto riguarda il panorama italiano il dato non si
discosta molto dalla media europea" spiega Maurizio Pompili,
direttore del Servizio per la prevenzione del suicidio del
Sant'Andrea e referente italiano Iasp (International association
for suicide prevention). Lungo lo Stivale, pero', si registra una
diversa distribuzione dei casi. "In Italia ci sono circa 4 mila
suicidi ogni anno- aggiunge- Di questi circa 3 mila sono uomini e
circa mille donne. La distribuzione non e' uniforme in quanto nel
Nord e nel Centro Italia il fenomeno e' piu' grave rispetto al
Sud. Mentre la Sardegna fa eccezione perche' e' un territorio con
un alto tasso di suicidio per gli uomini di mezza eta', cioe' i
giovani adulti".
In Europa sono i paesi nordici a soffrire maggiormente del
fenomeno, ma oggi i casi di suicidio sono maggiormente diffusi
nei paesi dell'ex Unione sovietica, come in Estonia o in Lituania
dove il suicidio interessa circa 50 soggetti su 100mila. Nel
mondo, invece, sono i paesi asiatici quelli che fanno registrare
dai maggiormente preoccupanti, portando a livello mondiale il
suicidio come seconda causa di morte tra gli adolescenti di tutto
il mondo, nella fascia 15-24 anni. "Un dato mondiale- riprende
Pompili- che corrisponde a quello italiano".
Ma se confrontando la realta' del nostro Paese con i nostri
vicini europei in cui si registra lo stesso tasso, le differenze
che si notano riguardano gli interventi di prevenzione. "L'Italia
ha un tasso medio non molto distante da quello della Gran
Bretagna- continua Pompili- ma li' ci sono tuttavia dei programmi
molto piu' specifici e incisivi rispetto a quelli che ci sono in
Italia. A parita' di gravita' ci sono nazioni che investono molte
piu' risorse nella prevenzione del suicidio".
I dati emersi dagli studi realizzati fino ad oggi hanno
individuato nel comportamento suicidario un fenomeno complesso e
hanno portato alla raccolta di elementi di tipo biologico,
culturale, psicologico e contestuale che possono influenzare il
rischio di suicidio. Difficile tuttavia comprendere appieno le
tendenze.
"Tra i maschi italiani e' stato registrato un picco di suicidi
a meta' degli anni novanta- sottolinea Pompili- dopo c'e' stata
una sorta di diminuzione, ma se andassimo a vedere il trend negli
ultimi 30 anni ne troviamo altre di diminuzioni, che rassicurano
ma che poi vengono seguite da aumenti. Non ci sono spiegazioni
univoche per questo andamento. Spesso sono piu' cause. Ad esempio
tutti quelli nati in un certo periodo si ritrovano spesso ad
affrontare le medesime difficolta' e ci si trova con una maggiore
incidenza del tasso di suicidio". (www.redattoresociale.it)
(Wel/ Dire)
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