(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 5 set. - Perennemente stanchi,
al punto che le occupazioni piu' semplici possono diventare un
ostacolo, il lavoro, lo studio talvolta impossibili. Da anni
sostengono che la loro sia una vera e propria malattia ma per
molto tempo si sono trovati di fronte a medici scettici piu'
propensi a credere in un disturbo di origine psichica. Sono i
malati di Sindrome da stanchezza cronica (Cfs), una malattia rara
fortemente invalidante ma non ancora riconosciuta in Italia come
patologia grave, cronica e invalidante e nemmeno inserita tra le
malattie rare esenti.
La scienza tuttavia, spiega una nota, ha cominciato da qualche
anno ad interessarsene in maniera piu' attiva, ne e'
testimonianza una recente articolo apparso su Nature rewiev
neuroscience e in cui 4 tra i maggiori esperti vengono chiamati a
fare il punto sulla malattia e soprattutto sulle sue cause. A
dare notizia di questo studio e' la testata on line
www.osservatoriomalattierare.it in un servizio a firma di Ilaria
Vacca.
"Per anni la professione medica non ha riconosciuto la
sindrome da stanchezza cronica come condizione reale- spiega
nell'articolo il professor Stephen Holgate dell'Universita' di
Southampton- La situazione e' diventata confusa quando il
concetto di encefalopatia mialgica e' stato legato alla CFS e
molti preferivano chiamarla cosi' perche' la definizione era
legata a un concetto clinico". Questa confusione e' stata
ulteriormente aggravata da grandi disaccordi sulla prevalenza e
fisiopatologia della malattia, e l'eccessiva gamma di trattamenti
potenziali.
"A mio giudizio- dice il professor Anthony Komaroff, della
Harvard medical school- la letteratura dimostra molte anomalie
per i pazienti Cfs, sia in raffronto a pazienti sani che a
pazienti affetti da malattie che comportano affaticamento quali
depressione o sclerosi multipla. Molte delle anomalie documentate
coinvolgono il sistema nervoso centrale e quello autonomo.
Secondo me gli scettici dovrebbero documentarsi di piu'".
(Wel/ Dire)