SONO LA 5 CAUSA PIÙ FREQUENTE DI MORTALITÀ OSPEDALIERA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 24 ott. - Malattie e farmaci
multipli: un problema crescente nell'Italia che invecchia. Lo
dice lo Studio "Reposi", condotto dal 2008 su piu' di 3.000
pazienti anziani di 70 reparti di Medicina Interna e Geriatria di
tutta Italia e presentato al 112° congresso nazionale SIMI.
Spesso con piu' di una patologia (ipertensione, osteoporosi,
polmonite, inefficienza cardiaca e altro) gli anziani sono
pazienti complessi che richiedono una politerapia: sono piu'
dell'80% quelli che assumono contemporaneamente 5 o persino piu'
farmaci. "Le prescrizioni pero' sono spesso incompatibili e
quindi foriere di effetti collaterali gravi - ricorda Francesco
Violi, presidente SIMI, direttore della I Clinica Medica al
Policlinico Umberto I e professore ordinario di Medicina Interna
all'Universita' La Sapienza -. Per questo, le politerapie sono
notoriamente una causa frequente di morbilita' e mortalita' negli
ospedali". Un problema che diventera' sempre piu' imponente con
il progressivo invecchiamento della popolazione. Secondo i dati
Onu, gli ultra 65enni, ora il 25% (14 milioni) in Italia, nel
2040 supereranno il 30% e i 3 milioni di ultra 80enni di oggi nel
2050 saranno triplicati.
Purtroppo, non esistono studi o ricerche su pazienti
polipatologici anziani, ma solo sui monopatologici. Nelle
sperimentazioni cliniche i farmaci sono ancora testati soltanto
su soggetti giovani, affetti quasi sempre da una sola malattia a
carico di un unico organo e apparato, ma poi si somministrano
principalmente agli anziani complessi, con malattie multiple
concomitanti, sui quali non e' affatto dimostrato che siano
altrettanto efficaci.
"Molte prescrizioni ai farmaci multipli risultano
ingiustificate nell'anziano e gli effetti collaterali delle
terapie non appropriate sono la 5 causa piu' frequente di
mortalita' ospedaliera - spiega il Prof. Pier Mannuccio Mannucci,
professore ordinario dell'Universita' Statale di Milano e
direttore scientifico della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore di
Milano. Mannucci e' anche uno dei massimi esperti a livello
internazionale delle malattie collegate alla coagulazione del
sangue.
"Per fare qualche esempio, negli anziani con la fibrillazione
atriale (il 10%, 700-800 mila persone) non viene fatta la terapia
anticoagulante che previene l'ictus perche' si ha paura delle
emorragie, quindi sarebbe necessario un farmaco diverso".
"Gli antidepressivi di cui normalmente le persone anziane fanno
largo uso - continua l'esperto - aumentano il rischio
cardiovascolare, oltre a quello di far perdere l'equilibrio per i
giramenti di testa e quindi di provocare cadute e fratture di
femori e quant'altro".
Ancora un esempio. "I farmaci antiulcera vengono spessissimo
somministrati ad anziani che non ce l'hanno, solo perche' sono
adatti a proteggere lo stomaco dall'uso di altri farmaci, non
perche' i pazienti ne abbiano bisogno, risultando inappropriati
nel 30-40% dei casi".
"Insomma - conclude Mannucci - nei nostri reparti il 40% e'
composto di ultra ottantenni e sono ormai urgenti dei protocolli
ad hoc per questo tipo di paziente".
L'Unione Europea e' consapevole del problema e nell'attuale e
futuri programmi quadro vi sono molti bandi di ricerca su questo
tema. Secondo l'esperto, "abbiamo tutte le carte in regola per
affrontare con successo la competizione internazionale".
(Wel/ Dire)