"IL 50% DEGLI STRANIERI CONSUMA UN SOLO MEDICINALE IN UN ANNO"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 ott. - In Italia vivono
quasi 5 milioni di immigrati (pari al 7,2% della popolazione
residente) che producono l'11,1% della ricchezza nazionale, ma
incidono sulla spesa farmaceutica complessiva solo per il 2%. La
ragione principale va ricercata nella giovane eta' (quella media
e' di 36 anni) di queste persone, che ricorrono ai farmaci in
misura decisamente inferiore rispetto agli italiani (soprattutto
per la cura di malattie cardiovascolari). I dati emergono dal 32°
Congresso Nazionale della SIFO (Societa' Italiana di Farmacia
Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie),
che si chiude oggi a Firenze con la partecipazione di oltre mille
iscritti. "Il farmaco puo' essere un 'tracciante' dello stato di
salute delle persone - spiega la dott.ssa Laura Fabrizio,
presidente SIFO -. Abbiamo attivato un Osservatorio sulla
prescrizione farmaceutica della popolazione immigrata in
collaborazione con la Societa' Italiana di Medicina della
Migrazioni (SIMM), l'Istituto Superiore di Sanita', CINECA e il
Consorzio Mario Negri Sud". "È il primo progetto in Italia di
questo tipo - afferma il dott. Enrico Costa, responsabile
dell'Area Cooperazione internazionale della SIFO -. Sono state
coinvolte 39 Asl in 9 Regioni per un totale di piu' di 10 milioni
di pazienti assistibili. Circa il 15% della popolazione italiana
riceve piu' di 10 farmaci nel corso di un anno, invece il 50%
degli immigrati solamente uno. E non sono emerse differenze nel
consumo tra la popolazione pediatrica italiana e quella
immigrata. La SIFO vuole essere una rete di supporto alla salute
globale, grazie alla nostra posizione privilegiata che ci
permette di interagire con i clinici e con gli amministratori.
Abbiamo dedicato questo congresso alla 'Nuove tecnologie'. Noi
rappresentiamo una 'tecnologia di presenza' su tutto il
territorio nazionale. I migranti sono un'importante risorsa per
l'Europa e per l'Italia perche' contribuiscono allo sviluppo
democratico ed economico".
Il progetto mira a evidenziare le variazioni qualitative e
quantitative nell'accesso ai farmaci erogati a carico del
Servizio Sanitario Nazionale tra le diverse popolazioni di
immigrati e italiani e soprattutto a far emergere, dal confronto
con i dati epidemiologici, i bisogni inevasi, anche alla luce
delle differenze nei livelli e nell'organizzazione
dell'assistenza sanitaria delle Regioni coinvolte. "Le fonti di
informazioni sulla salute degli immigrati sono eterogenee -
conclude la dott.ssa Fabrizio -. Gli studi finora condotti a
partire da indagini specifiche o analizzando i database
amministrativi hanno utilizzato soprattutto le schede di
dimissione ospedaliera. Poco e' stato fatto relativamente alle
prescrizioni farmaceutiche. Molto probabilmente perche' la
molteplicita' di attori coinvolti, la frammentazione dei percorsi
assistenziali dovuta anche all'elevata mobilita' della
migrazione, la frequente mancanza di un regolare permesso di
soggiorno rendono difficile seguire nel tempo il grado di accesso
alle cure. Va inoltre sottolineato che la differenziazione delle
politiche regionali sul farmaco, indotta dal decentramento e
dalla conseguente responsabilizzazione delle Regioni
sull'eventuale disavanzo rispetto alle risorse necessarie per la
sanita', ha creato disuguaglianze tra cittadini italiani ma ancor
piu' tra gli immigrati presenti nel nostro Paese nei livelli di
assistenza e continuita' delle terapie. È necessario implementare
le politiche di inclusione sanitaria, adottate dall'Italia a
partire dal 1995, che garantiscono a tutti, immigrati regolari e
non, la tutela della salute".
(Wel/ Dire)