A ROMA FINO AL 27 OTTOBRE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 ott. - L'ombra delle grate
proiettata sulle mura spesse di celle fatiscenti, sui pavimenti
polverosi dei dormitori, disegnata dalla luce che dai finestroni
squarcia l'oscurita' dei padiglioni abbandonati, svelando cio'
che resta dello 'Spedale dei Pazzi di Fregionaia' e le traccie
lasciate dal passaggio di un'umanita' tormentata, da quella che
lo psichiatra e scrittore Mario Tobino amava definire "misteriosa
e divina manifestazione dell'uomo", la follia: inaugura a Roma
"Luci d'Ombra. Viaggio nei luoghi manicomiali", esposizione del
fotografo viareggino Giovanni Nardini, promossa dall'Assessorato
alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, in
mostra fino al 27 Ottobre presso la Sala Santa Rita.
40 scatti in bianco e nero che, attraverso la potenza del
chiaro/scuro, ripercorrono gli spazi dell'ex ospedale
psichiatrico di Maggiano (prov. di Lucca), il piu' antico
manicomio d'Italia, un tempo luogo del dolore e della sofferenza,
per fornire un'idea delle anguste residenze e dei luoghi di
segregazione in cui si sono alternate le esistenze dimenticate
dei suoi degenti, nel corso degli oltre 200 anni di storia
dell'Istituto, caduto in disuso dopo l'approvazione della Legge
180 del 1978, che sanci' la chiusura dei manicomi.
"Non vi erano piu' i matti, eppure ogni cosa mi parlava di loro.
Ho fotografato il buio del dolore, della follia. Ho gettato la
luce della fotografia nei resti delle loro vite": spiega in una
nota l'artista toscano, che per realizzare il percorso
fotografico ha tratto ispirazione proprio dalle pagine di Mario
Tobino, che nella monumentale struttura visse gran parte della
propria vita, "perche' e' solo all'interno che si puo' conoscere
la pazzia".
Autore chiave del Novecento italiano, Tobino e' stato dal 1955
al 1975 direttore del frenocomio toscano, da lui raccontato in
molti dei suoi celebri romanzi come "Per le antiche scale"
(Milano,1972) o "Gli ultimi giorni di Magliano" (Milano, 1982),
nel quale narro' la disperazione per l'approvazione della Legge
Basaglia. Nonostante fosse stato fra i primi sostenitori in
Italia delle tesi sulla liberta' di movimento all'interno delle
strutture e del coinvolgimento dei malati nella vita del mondo
esterno, fu sempre uno strenuo oppositore delle teorie 'dei
novatori', convinto che l'ospedale fosse l'unico luogo adeguato
per trattare la malattia mentale.
L'esposizione, organizzata da Ze'tema Progetto Cultura, in
collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Sociali della
Provincia di Roma, sara' arricchita dalle illustrazioni digitali
di Emiliano Bartolucci (curatore dell'evento con l'Associazione
Seven Cult), dedicate ai protagonisti della storia della
psichiatria e della letteratura del secolo scorso: da Basaglia a
Tobino fino alla poetessa Alda Merini che, il 18 Ottobre
prossimo, rivivranno attraverso le letture di brani delle loro
opere, che si svolgeranno nei locali della mostra fotografica.
Attesa il 25 Ottobre anche la presentazione del libro "Il
bambino dalle braccia larghe" di Carlo Gnetti (Ed. Ediesse), nel
corso del quale interverra' il Dr. Gianfranco Palma, Direttore
del Dipartimento di salute mentale della Asl RmE e la Dottoressa
Daniela Pezzi della Caritas Diocesana. Un occasione per
continuare a parlare di disagio psichico ed una riflessione sui
limiti che ancora permangono nelle attivita' sociali e sanitarie
rivolte alle persone con sofferenza mentale.
Guarda la fotogallery:
http://www.redattoresociale.it/Gallery.aspx?id=368039#RedattoreSoc
ialeSE_img/FotoGallery/367991.jpg.
(Wel/ Dire)