(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 ott. - ''Ogni giorno in
Italia muoiono 3 persone sul lavoro e si verificano in media
oltre 2.000 incidenti; circa 30 mila le persone che rimangono
permanentemente invalide, per un totale di 775.374 infortuni
accaduti nel 2010, con una lieve diminuzione tra il 2009 e il
2010". Sono questi i numeri allarmanti sul mondo del lavoro che
l'Anmil rilancia in occasione della 61ª Giornata nazionale
per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, un evento voluto per
ricordare le vittime degli infortuni che si celebrera' in tutta
Italia il prossimo 9 ottobre. Un'iniziativa che si svolge anche
quest'anno sotto l'Alto Patronato del presidente della Repubblica
e con i Patrocini del Senato della Repubblica, della Camera dei
deputati, del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e
del Segretariato Sociale Rai. "Gli ultimi avvenimenti - afferma
Franco Bettoni, presidente dell'Anmil -, da Frosinone a Barletta,
ci fanno capire che il tema degli incidenti sul lavoro e' sempre
e drammaticamente troppo triste".
Ma se i dati riguardanti il primo semestre dell'anno danno un
segnale importante riguardo la diminuzione degli infortuni, non
si puo' dire la stessa cosa per quel che riguarda le malattie
professionali. "Il contesto in cui si celebra questa giornata e'
quello di tanti altri anni: tre morti al giorno, 27 invalidi
permanenti al giorno e piu' di duemila incidenti sul lavoro al
giorno - spiega Bettoni -. Altro dato in controtendenza con la
diminuzione e' l'aumento delle malattie professionali. Ci fa
capire che i posti di lavoro non sono piu' cosi' idonei alla
salute. Sono circa 3-400 persone all'anno che muoiono a causa
della malattia che hanno maturato sul lavoro". Secondo l'Anmil,
infatti, nel 2010 c'e' stato un incremento delle denunce pari al
22%, passando dalle 34.750 del 2009 alle 42.350 dell'anno
successivo. "Cifre - spiega l'organizzazione - che testimoniano
la persistente gravita' di un fenomeno che resta una delle
principali problematiche del nostro paese, comportando una spesa
complessiva di oltre 35 miliardi di euro l'anno".
Per Bettoni, tuttavia, il lavoro di sensibilizzazione ha dato ad
oggi i primi risultati. "C'e' stato un grande sforzo da parte di
tutti e di tutte le forze sociali - spiega -. Oggi se ne parla
molto di piu', ma non basta. Dobbiamo cercare di mettere al
centro i due soggetti principali. Il lavoratore e il datore di
lavoro e renderli consapevoli che la formazione e la sicurezza
non sono un costo ma un investimento per la famiglia, per la vita
della persona, per l'imprenditore e anche per il costo sociale
che paghiamo a causa degli incidenti sul lavoro". Tra i vari
progetti in cantiere, anche uno realizzato insieme all'Inail che
da quest'anno, dopo una sperimentazione in alcune province,
riguardera' tutta Italia. Un progetto di formazione e
informazione nelle scuole "per formare i futuri lavoratori -
spiega Bettoni - consapevoli del fatto che responsabilizzando
loro coinvolgiamo anche i genitori". Tra le richieste avanzate in
occasione della Giornata, oltre ad applicare le norme
antinfortunistiche e incentivare la formazione dei lavoratori,
l'Anmil reclama che "si metta fine all'inadeguata tutela prevista
per le vittime del lavoro nonostante l'Inail nel solo 2010 abbia
rendicontato un avanzo di 1,39 miliardi di euro".
Tra gli eventi in programma per la 61ª Giornata nazionale
per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro a Roma si terra' presso
la Sala della Protomoteca in Campidoglio, dalle ore 10.00, un
incontro cui ad oggi hanno confermato la partecipazione il
ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi,
il presidente commissione morti bianche Oreste Tofani, il
direttore dell'Inail Giuseppe Lucibello, il presidente Civ
dell'Inail Franco Lotito, il presidente del comitato tecnico
sicurezza di Confindustria Samy Gattegno, il responsabile
dell'Ufficio nazionale Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro
Cgil Sebastiano Calleri, il segretario confederale Cisl Fulvio
Giacomassi, il segretario Confederale Uil Paolo Carcassi e le
massime cariche istituzionali e datoriali.
(Wel/ Dire)