METODO RICERCATORI ISTITUTO NEGRI MILANO PER DIAGNOSI PRECOCE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 ott. - Un semplice prelievo
di sangue come potenziale strumento per diagnosticare la sclerosi
laterale amiotrofica (Sla) e definirne gravita' e capacita' di
risposta ai trattamenti sperimentali. A spiegarlo sulle pagine di
'PloS ONE' e' Valentina Bonetto, ricercatrice dell'Istituto
Telethon Dulbecco che lavora presso l'Istituto di ricerche
farmacologiche Mario Negri di Milano.
La Sla e' una malattia neurodegenerativa che colpisce i
motoneuroni, le cellule nervose che impartiscono ai muscoli il
comando di movimento. Nel 90% dei casi l'insorgenza e' sporadica,
nel restante 10%, invece, e' ereditaria. In generale, si assiste
alla perdita progressiva delle funzioni motorie, fino alla
paralisi dei muscoli respiratori. Al momento non esiste cura.
"Non esistono attualmente test specifici per diagnosticare in
maniera precoce questa grave malattia", spiega Bonetto. "Per la
prima volta sono state analizzate e messe a confronto le proteine
espresse dalle cellule del sangue di individui sani, malati di
Sla e altri pazienti con neuropatie caratterizzate da sintomi
simili: abbiamo cosi' identificato delle proteine i cui livelli
sono alterati in maniera specifica solo in caso di Sla e, in
parte, in correlazione con la progressione della malattia. Non
solo: nel modello animale della patologia i livelli di alcune di
queste proteine risultano alterati gia' prima dell'esordio dei
sintomi. Questo ci fa pensare che la valutazione di tali
'biomarcatori' possa essere sfruttata per diagnosticare
precocemente la malattia anche nell'uomo". Il lavoro e' stato
possibile grazie alla stretta collaborazione dei neurologi
Massimo Corbo, del Centro clinico Nemo di Milano, e di Gabriele
Mora, della Fondazione Salvatore Maugeri di Milano. È importante
definire al piu' presto quali fattori possano servire da segnale
di avvertimento precoce per la malattia e per seguirne il
decorso. Fino a oggi questi segnali sono stati cercati
principalmente nel liquido cerebro-spinale: si tratta pero' di
un'analisi altamente invasiva, non facilmente attuabile per fini
sperimentali. Da qui l'importanza dello studio dei ricercatori
Telethon: come aggiunge Caterina Bendotti, ricercatrice del Mario
Negri che ha preso parte allo studio, "il monitoraggio
dell'evoluzione della Sla grazie al dosaggio di proteine presenti
nel sangue puo' rappresentare un metodo veloce e oggettivo per
valutare l'efficacia di trattamenti sperimentali in ambito
clinico".
Non solo: come spiega ancora Bonetto "il nostro studio ha
dimostrato per la prima volta che alcune delle proteine presenti
nelle cellule del sangue dei pazienti sono riscontrabili anche
nel modello animale della malattia. Questo e' un parallelo
importante che puo' aiutare a studiare i meccanismi che causano
la Sla, ancora poco chiari". Per Mario Melazzini, presidente
dell'Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica (Aisla)
nonche' direttore scientifico del centro Nemo, "il lavoro
condotto da Valentina Bonetto e' un altro mattone importante per
la costruzione di una risposta efficace contro la Sla. Per quanto
si tratti ancora di risultati di laboratorio, sono fiducioso in
un prossimo trasferimento alla pratica clinica, in ambito
diagnostico e soprattutto prognostico. Alla luce anche dei
recenti risultati ottenuti riguardo alle basi genetiche della
malattia, mi sento di affermare che i ricercatori italiani stanno
contribuendo in maniera concreta e reale a dare una speranza a
chi e' malato, verso un futuro libero dalla Sla". Il lavoro di
Valentina Bonetto e' sostenuto anche dalla Fondazione Vialli e
Mauro.
(Wel/ Dire)