(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 nov. - Saranno tutti a
Reggio Calabria il 2 dicembre, giorno in cui si terra' il
Consiglio Regionale e si parlera' di Sanita'. E la mobilitazione
che si prevede sembra massiccia. Imponente. I comitati contro il
ridimensionamento degli ospedali montani si organizzano e i
comuni di Acri, Serra San Bruno, San Giovanni in Fiore e Soveria
Mannelli, che portera' a manifestare al suo fianco ben 20 sindaci
del Reventino, sono determinati a farsi ascoltare dal Presidente
Scopelliti. "Ci stanno facendo morire come i topi!" afferma
Sergio Gambino membro del comitato in difesa dell'ospedale di
Serra San Bruno, figlio del compianto intellettuale calabrese
Sharo Gambino, che oggi rappresenta un'istituzione nella lotta
alla 'ndrangheta e al malaffare. "Ad agosto, a Serra, e' morto il
parroco. Don Francesco Timpano ha avuto un infarto e dopo tre
quarti d'ora di agonia sul divano, ancora l'ambulanza (l'unica)
non era arrivata.
E' arrivata solo dopo quarantacinque minuti dall'allarme,
un'ambulanza privata, con il solo autista. Un volontario che fa
il termoidraulico. Don Francesco Timpano e' morto sul lettino
dell'ambulanza, quando poteva essere salvato. Aveva sessantasei
anni".
L'ospedale San Bruno, ci dicono i membri del comitato, e' ormai
un ospedale fantasma, destinato all'imminente chiusura, il 30
marzo 2012. E il 30 novembre anche il Comune di Acri ha in
programma la prima imponente manifestazione di protesta. Intanto
gli ospedali della regione sono congestionati e non riescono a
far fronte alle richieste di assistenza. " Ho trascorso tre
giorni in pronto soccorso, mio padre ha avuto un blocco renale.
Ma non c'era un posto per ricoverarlo in tutti gli ospedali della
provincia di Cosenza, Catanzaro e Crotone", racconta Stefano
Ritacco, uno dei membri del comitato acrese. "E ho visto con i
miei occhi tantissima gente, soprattutto anziana, andare via
dall'ospedale disperata. Non c'era possibilita' di ricovero per
loro. E' una situazione terribile".
La collettivita' si organizza, dunque, per una mobilitazione
enorme. Ad Acri saranno in piazza tutta la popolazione e le
saracinesche saranno abbassate. In segno di protesta. La Regione
intanto parla di "resistenza inacculturata", perche' il debito
sanitario c'e' e dev'essere sanato. Ma i comitati non si
limiteranno a manifestare. Appena il decreto della giunta
regionale 106, del 20 ottobre, sul riordino della rete
ospedaliera sara' pubblicato sul Bur, lo impugneranno. E
chiederanno un ospedale generale a paese, perche' le aree interne
del non possono permettersi il lusso di perdere l'assistenza
sanitaria generale. Il presidente Giuseppe Scopelliti aveva
garantito alle strutture ridimensionate l'elisoccorso. Ma di
questa promessa, a oggi, non si ha nessun riscontro reale.
L'unico dato che cresce di giorno in giorno e' la difficolta' dei
cittadini a trovare assistenza sanitaria. Un dato allarmante.
(Wel/ Dire)