(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 nov. - "Speravo che Eugenia
Roccella non ricorresse a quella triste e miserabile consuetudine
che attua parte della politica, prima della sua sostituzione, e
che consiste nel fare spudoratamente man bassa di consulenze,
incarichi o anche discutibili linee guida di parte col fine di
stravolgere l'ordinamento esistente, o favorire qualcuno, secondo
la logica dell'ora o mai piu'". Lo dichiara Antonio Palagiano,
capogruppo Idv in Commissione Affari Sociali e Responsabile
nazionale sanita' del partito.
"Depositando le nuove linee guida sulla Legge 40 il
sottosegretario Roccella si e' fregiata del marchio Doc dei
politici che arraffano il provvedimento dell'ultimo minuto,
consuetudine che dovrebbe essere vietata per legge o quantomeno
sconsigliata da un galateo politco-istituzionale di cui non si ha
piu' traccia. Col suo ultimo atto di arroganza- prosegue
Palagiano- il sottosegretario allo Stato etico, vuole rendersi
protagonista di un vero paradosso secondo il quale una coppia
portatrice di una malattia ereditaria, come ad esempio la
talassemia o la fibrosi cistica, potra' ricorrere all'aborto
terapeutico al quinto mese di gravidanza anziche' fruire della
diagnosi preimpianto sull'embrione. E' lapalissiano che tale
forzatura di Stato favorira' l'esilio riproduttivo".
Dice ancora l'esponente Idv: "Resto senza parole, infine,
specie in veste di primo firmatario e relatore della proposta di
legge sul destino degli embrioni abbandonati - ad oggi, in
Italia, sono circa 10.000 gli embrioni umani destinati a morte
certa se non s'interverra' con una legge ad hoc -, sulle
disposizioni che bloccano di fatto l'attivazione della biobanca
embrionale presso l'Ospedale Maggiore di Milano, gia' costata ai
cittadini oltre mezzo milione di euro. Alla Roccella, che adduce
pretestuose argomentazioni per giustificare la marcia indietro
governativa, come i troppi problemi tecnici legati al
trasferimento degli embrioni e la responsabilita' giuridica
connessa a tale atto, rispondo- conclude il deputato- che il suo
collega Sirchia avrebbe dovuto pensarci prima di spendere i soldi
dei contribuenti italiani".
(Wel/ Dire)