(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 nov. - Le agenzie di
protezione ambientale e le associazioni ambientaliste possono
dirsi soddisfatte. Il Decreto Sviluppo conteneva una pericolosa
norma, l'art.12, che consentiva una maggiore esposizione a quei
campi elettromagnetici che sono classificati dallo Iarc (Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro) come "possibilmente
cancerogeni". Ma un intervento critico tempestivo di AssoArpa
(Associazione Agenzie per la Protezione Ambientale), appoggiato
da Rete No elettrosmog, PeaceLink e Legambiente, hanno
scongiurato l'approvazione della norma in questione. La bozza
dell'articolo sembrava voler forzare i limiti di legge.
"In particolare - sottolineava Legambiente - e' prevista
l'introduzione di un nuovo metodo di rilevamento basato sul
valore di 6 volt per metro nell'arco delle 24 ore e non nell'arco
dei 6 minuti come avviene oggi".
Il Decreto Sviluppo, all'articolo 12, intendeva utilizzare
inoltre per balconi, terrazzi, spazi aperti condominiali il
limite di 20 volt/metro invece di 6 volt/metro. Secondo PeaceLink
"se approvato, questo decreto rischiava di mettere seriamente a
rischio la salute di milioni di italiani perche' sarebbe stato
piu' facile, per i gestori, installare antenne vicino alle
abitazioni".
Contrari alle modifiche normative si erano detti subito gli
organi tecnici, da Ispra alle Arpa, che avevano lanciato un
appello scientificamente documentato.
L'allarme lanciato da AssoArpa, l'associazione di tutte le Arpa
d'Italia coordinata dal prof. Giorgio Assennato, ha sortito
l'effetto sperato, evitando che nel decreto sviluppo si
prevedessero limiti piu' permissivi per l'inquinamento
elettromagnetico. AssoArpa da dichiarato: "Si comunica che dal
Decreto Sviluppo approvato lo scorso 12 novembre e' stato
ritirato l'articolo 12, che modificava la normativa sulle misure
dei campi elettromagnetici, articolo che era stato oggetto di una
nota critica di AssoArpa e di ISPRA, in quanto la sua
approvazione avrebbe comportato la riduzione della tutela della
popolazione. Consideriamo questa decisione un successo del
sistema agenziale, con l'auspicio che le decisioni politiche in
materia ambientale vengano adottate anche tenendo conto dei
pareri degli organi tecnico-scientifici".
Dal canto loro, PeaceLink e Legambiente hanno accolto l'allarme
dandogli risonanza.
"Anche se il potenziamento delle reti di telecomunicazioni mobili
del Paese e in particolare dei servizi multimediali a banda ultra
larga e' giusto - ha spiegato Legambiente - non puo' passare
attraverso una semplificazione della normativa che tutela la
popolazione dall'esposizione dei campi elettromagnetici. La
salute delle persone e' sempre prioritaria e visto che autorevoli
studi confermano i rischi legati all'esposizione alle
radiofrequenze, i provvedimenti in questa materia devono essere
presi con assoluta cautela".
(Wel/ Dire)