SANITÀ. TRAPIANTO DI RENE, AL GEMELLI ARRIVA 'HAND-ASSISTED'
APPLICATA NUOVA TECNICA, UNA PRIMA VOLTA NEL LAZIO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 nov. - Donare da vivi un
rene e' piu' facile e sicuro con una nuova tecnica di chirurgia
mini-invasiva, laparoscopica: al policlinico universitario
"Agostino Gemelli" di Roma sono stati eseguiti con successo due
trapianti di rene da donatore vivente in cui il prelievo del rene
da trapiantare e' stato effettuato con tecnica 'hand-assisted'
(che consiste nell'introduzione della mano dell'operatore
attraverso una piccola incisione, di soli 6 centimetri). I due
prelievi eseguiti dall'equipe guidata dal dottor Jacopo Romagnoli
e trapiantati dall'equipe del professor Franco Citterio presso il
Centro trapianti del policlinico universitario della Cattolica di
Roma, sono i primi effettuati con questa tecnica per trapianto in
persone adulte nella regione Lazio.
La tecnica 'hand-assisted' conferisce maggiore sicurezza
rispetto alle altre tecniche disponibili e come in tutta la
chirurgia mininvasiva consente un miglior risultato estetico,
minore dolore, minori complicanze, una ridotta degenza
ospedaliera e una piu' rapida ripresa delle attivita' quotidiane.
L'incisione necessaria per l'estrazione dell'organo col taglio
chirurgico classico e' lunga dai 15 ai 20 centimetri, contro i 6
di quella in laparoscopia.
La prima coppia donatore/ricevente era costituita da una donna
di 42 anni che ha donato il rene al marito di 54 anni, la seconda
da una donna di 53 anni che ha donato l'organo alla figlia di 32
anni. Le donatrici hanno avuto entrambe un decorso postoperatorio
regolare e sono state dimesse cinque giorni dopo l'intervento. I
riceventi, entrambi affetti da insufficienza renale cronica allo
stadio terminale, sono stati anch'essi dimessi dopo 10 giorni dal
trapianto con ottima funzione del rene trapiantato. A un mese
dall'intervento i quattro pazienti sono in eccellenti condizioni
di salute, con ottima funzione renale.
I risultati degli interventi eseguiti al policlinico Gemelli
saranno presentati oggi a Roma (Sala delle Conferenze di Palazzo
Marini - Camera dei deputati) in occasione del convegno nazionale
"Il trapianto di rene da vivente.
Un'alternativa efficace" organizzato dal Centro nazionale
trapianti e dall'ospedale pediatrico "Bambino Gesu'". Obiettivo
della Giornata sara' promuovere e incentivare tra i
professionisti del settore la donazione di rene da vivente come
possibile terapia in aggiunta al trapianto tradizionale da
cadavere.
"Il trapianto di rene e' la migliore terapia oggi disponibile
per il trattamento dell'insufficienza renale cronica", spiega il
professor Citterio, "e ha risultati migliori rispetto al
trattamento dialitico. In particolare, il trapianto da donatore
vivente consente di ridurre i tempi di attesa in dialisi e in
alcuni casi si puo' evitare la dialisi. Quando vi sia la
disponibilita' di un donatore, dopo un accurato studio che
accerti la sicurezza dell'intervento per il donatore, e' infatti
possibile fare il trapianto prima di entrare in dialisi il
cosiddetto trapianto preemptive. La giovane da noi trapiantata,
per esempio, ha ricevuto il rene dalla madre e non ha mai fatto
dialisi".
La tecnica del prelievo di rene da donatore vivente con
laparoscopia "e' molto diffusa negli Usa, in Nord Europa, Corea,
Australia, Giappone", spiega il dottor Romagnoli, "cio' nondimeno
in molti centri trapianto in Europa si esegue ancora l'intervento
con tecnica tradizionale". La tecnica laparoscopica, applicata
nel donatore di rene per la prima volta nel 1995 negli Usa, si e'
diffusa con una certa lentezza, aggiunge l'esperto, "perche'
richiede che il chirurgo abbia contemporaneamente esperienza sia
di laparoscopia che di chirurgia del trapianto di rene e non
tutti i centri trapianto hanno chirurghi con queste
caratteristiche".
Per di piu' i centri che hanno un elevato volume di attivita',
dove il chirurgo puo' recarsi per fare training, sono pochi e
tutti all'estero, infine si tratta di un intervento assai
delicato da imparare perche' si opera su un paziente "sano" e
qualsiasi complicanza si ripercuote a cascata sul successivo
intervento di trapianto.
"In Italia la percentuale di donatori viventi di rene e'
ancora troppo bassa rispetto ai centri del Nord Europa",
sottolinea il dottor Romagnoli. Basti pensare che mentre nel
Regno Unito oggi circa il 50% dei trapianti di rene e' effettuato
con organi provenienti da donatori viventi, in Italia nell'ultimo
decennio soltanto nel 12,7% dei trapianti di rene effettuati
l'organo proveniva da un donatore vivente. Laddove e' stata
introdotta la tecnica mini-invasiva di prelievo del rene, si e'
visto incrementare verticalmente il numero delle donazioni. "Ho
lavorato per nove mesi presso il Guy's Hospital di Londra -
racconta il dottor Romagnoli - il piu' grande centro europeo per
numeri ed esperienza nel prelievo laparoscopico di rene da
donatore vivente con tecnica 'hand-assisted', e li' ho imparato
ed eseguito questo tipo di intervento: il centro trapianti del
Guy's e' passato in soli cinque anni da una media di 30 trapianti
di rene da vivente l'anno a 130 l'anno, grazie all'adozione di
questa tecnica".
La diffusione di questa metodica, che garantisce maggiore
sicurezza rispetto alla tecnica laparoscopica tradizionale,
potra' permettere di incrementare il numero di trapianti anche
nel nostro Paese, contribuendo a risolvere il problema della
cronica carenza di organi che rappresenta ancor oggi il maggior
limite all'attivita' di trapianto.
14 novembre 2011
(Wel/ Dire)
|