"PER SPIEGARE COMPORTAMENTO NEI CONFRONTI PERSONE CON SINDROME".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 3 nov. - Non bastano le
giustificazioni addotte nei giorni scorsi per spiegare il
comportamento di Gardaland nei confronti delle persone con
sindrome di Down. Lo ribadisce con forza Sergio Silvestre,
presidente del Coordown, a pochi giorni dalla replica di Danilo
Santi, direttore generale Parchi Gardaland, all'ennesima denuncia
arrivata a Superabile.it, di un presunto caso di discriminazione.
In un'analisi puntuale della normativa il presidente del
Coordinamento delle associazioni di persone down spiega, infatti,
che le norme tecniche non possono superare le leggi in vigore,
come la Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili o la
legge 104/92.
"In merito alle giustificazioni della direzione del parco
sulle procedure di sicurezza applicate in funzione di normative
specifiche, molti si sono chiesti, noi compresi, cosa mai
prevedono queste normative da poter giustificare un tale
atteggiamento?", afferma Silvestre. In particolare il presidente
del Coordown si concentra sulla norma EN 13814/2005, spesso
citata da Gardaland: "Le norme non sono leggi, le norme tecniche
sono documenti che definiscono le caratteristiche di un prodotto,
processo o servizio secondo quello che e' lo stato dell'arte
tecnico/tecnologico- spiega Silvestre- Le norme tecniche vengono
elaborate dagli esperti che rappresentano le parti economiche e
sociali interessate organizzati in gruppi di lavoro,
sottocommissioni e commissioni, secondo le procedure dell'ente di
normazione nazionale o internazionale". Secondo il presidente del
Coordinamento delle associazioni di persone down anche se nella
EN 13814/2005 e' riportata la frase: "l'esclusione per motivi di
salute e sicurezza non e' considerata discriminazione", il
contesto in cui questa raccomandazione dovrebbe essere applicata
non c'entra nulla con la sindrome di Down.
Silvestre riporta poi il caso dell'Inghilterra: "Gli inglesi
che sulla materia sicurezza dei parchi sono in prima linea e
fanno scuola da molti anni, hanno redatto nel 2007 Fairgrounds
and amusement parks Guidance on safe practice, un compendio di
procedure per la gestione dei parchi nel rispetto delle normative
locali e internazionali, che e' oggi adottato dai maggiori parchi
del mondo- afferma- In riferimento all'accessibilita' delle
persone con disabilita', la guida fa riferimento alle indicazioni
contenute nel Disability Discrimination Act 1995 che rivendica il
loro diritto ad accedere alle attrazioni in piena sicurezza. La
guida estende e chiarisce con esempi la norma EN13814/2005,
rispetto alle limitazioni potenzialmente consentite in virtu' di
situazioni oggettive".
Per questo, dunque, secondo il Coordown: "non solo non reggono
le motivazioni adottate dal parco, ma ci domandiamo se valgono di
piu' le guide e norme tecniche o le previsioni di legge, partendo
dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilita' e
passando attraverso quanto previsto in Italia dalla legge 104/92,
la legge 67/06 e il Codice del Turismo recentemente approvato".
Il presidente del Coordinamento ricorda inoltre che "queste
osservazioni il Coordown le ha gia' messe sul piatto in occasione
dell'elaborazione del protocollo condiviso da molti parchi, ma
non ha riscontrato da parte dei legali di Gardaland la giusta
attenzione. E' evidente a questo punto che sull'argomento
Gardaland preferisca attendere un pronunciamento nelle aule di un
tribunale, sicuramente meno oneroso, piuttosto che individuare
soluzioni di buon senso attraverso un accomodamento ragionevole
procedura prevista da tutte le guide, i disciplinari e le
normative gia' in vigore attualmente". (www.redattoresociale.it)
(Wel/Dire)