SALUTE. DONNE E HPV, 66,5% SVOLGE REGOLARMENTE LE VISITE
MA CHIEDONO INFORMAZIONE COMPLETA SU PATOLOGIE E VACCINAZIONE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 3 nov. - La maggior parte delle
donne italiane effettua con regolarita' le visite ginecologiche
(il 66,5% almeno una volta l'anno) e il Pap test (54%). Ma
l'informazione sulla prevenzione del papillomavirus umano (Hpv),
uno dei nemici della loro salute piu' subdoli e diffusi, resta
ancora generica, parziale e superficiale. È quanto emerge da una
ricerca del Censis che ha coinvolto un campione nazionale di
3.500 donne dai 18 ai 55 anni.
L'80% dichiara di sapere che cos'e' l'Hpv (la percentuale e'
piu' elevata tra le donne piu' istruite, residenti nel
Centro-Nord del Paese e tra le madri che hanno una figlia nella
fascia d'eta' interessata dalle campagne pubbliche di
vaccinazione). Il 94% delle donne informate sa che l'Hpv e'
responsabile di diversi tumori, soprattutto di quello al collo
dell'utero, mentre l'83% sa che puo' causare altre patologie
dell'apparato genitale. Ma meno della meta' collega il virus ai
condilomi genitali e quasi il 70% ritiene erroneamente che
colpisca solo le donne. L'8% crede che sia il virus responsabile
dell'Aids, il 7% dell'epatite. Inoltre, prevale l'idea che il
virus si diffonda solo mediante il rapporto sessuale completo
(67,5%) e che pertanto l'uso del preservativo rappresenti una
protezione sufficiente. Solo meno del 20% sa che non e' possibile
eliminare completamente i rischi di contagio quando si e'
sessualmente attivi.
Ben 4 donne su 5 sostengono che le informazioni che circolano
sull'Hpv e la vaccinazione non sono chiare. In effetti, le
principali fonti d'informazione sono i media: stampa e
televisione vengono citate dal 30% circa delle donne. Piuttosto
marginale risulta il ruolo dei professionisti della salute, tra i
quali prevale comunque il ginecologo (12%). Tuttavia, tra le
madri che hanno fatto vaccinare le figlie dai 10 ai 15 anni
emerge in modo netto il ruolo svolto dai servizi vaccinali delle
Asl, che nel 62% dei casi hanno rappresentato la fonte
d'informazione principale al momento della chiamata diretta per
la proposta di vaccinazione.
La campagna vaccinale gratuita ha un ruolo centrale
nell'informazione, sia sull'Hpv che sul vaccino, e finisce per
influenzare le convinzioni delle italiane. Le donne intervistate
tendono a confondere le scelte di sanita' pubblica con le
indicazioni dei vaccini, per cui credono che questi siano
efficaci solo nelle bambine 11enni, in quanto sono le uniche a
cui la campagna gratuita si rivolge. E la maggioranza delle madri
con figlie vaccinate, di fronte alla proposta della vaccinazione
gratuita per le adolescenti, e' stata indotta a ritenere che il
problema dell'Hpv non riguardi gli uomini.
Al momento la quota di bambine, ragazze e donne italiane fino
a 55 anni che hanno effettuato il vaccino e' pari
complessivamente al 7,2%. Il dato e' molto variabile a seconda
dell'eta' e rispecchia le scelte sull'accesso gratuito alla
vaccinazione per le 11enni compiute a livello nazionale e
regionale. Risulta vaccinato il 62,2% delle 14enni (cioe' le
ragazze che avevano 11 anni nel 2008, anno dell'avvio effettivo
delle campagne vaccinali). La quota decresce tra le attuali
13enni (59,9%) e 12enni (54,3%), segnalando cosi' una flessione
nel tempo delle adesioni alle campagne di vaccinazione gratuita.
Scarsa e' invece la diffusione della vaccinazione tra le donne
adulte e al di fuori del regime di gratuita': la quota delle
donne di 18 anni e oltre vaccinate e' pari appena al 2,9%.
L'atteggiamento prevalente nei confronti della vaccinazione e'
comunque positivo. Il 30% delle donne dice di non essere
interessata, ne' per se stessa ne' per le figlie. E solo il 5% si
dichiara contraria alle vaccinazioni perche' le ritiene
pericolose in generale. Il 28% e' favorevole solo alle
vaccinazioni obbligatorie. La posizione piu' diffusa (44%) e'
quella prudenziale, che prescinde da prese di posizione
favorevoli o contrarie alle vaccinazioni in linea di principio,
ed e' orientata a valutare le singole situazioni facendosi
guidare dal consiglio esperto di un medico. Anche la valutazione
sulle campagne di vaccinazione gratuita e' positiva: per l'81%
dovrebbe coinvolgere anche le ragazze piu' grandi, per il 78%
andrebbe estesa ai coetanei di sesso maschile.
In conclusione, le donne italiane si dimostrano inclini alla
prevenzione delle malattie dell'apparato riproduttivo e
approcciano la vaccinazione contro l'Hpv con un atteggiamento
aperto, in cui pero' e' fondamentale l'accesso alle informazioni
e la possibilita' di confrontarsi con un esperto in grado di
guidarle nella scelta. A fronte della disponibilita' generica di
informazioni veicolate dai media e del ruolo marginale svolto dai
medici, l'occasione della campagna vaccinale assume una funzione
strategica. L'informazione specifica sull'Hpv e sulla
vaccinazione viaggiano insieme, e solo le donne che vi hanno gia'
partecipato sembrano aver trovato un interlocutore autorevole e
affidabile nel servizio vaccinale delle Asl. Solo una fascia
della popolazione femminile, quella direttamente coinvolta nella
vaccinazione gratuita per le adolescenti, viene raggiunta
dall'informazione in modo corretto, ma la progressiva riduzione
del numero delle ragazze vaccinate nelle fasce d'eta' che vi
possono accedere gratuitamente dimostra che c'e' stato un calo di
attenzione sul tema.
Affinche' la prevenzione dell'Hpv si realizzi in modo
efficace, e si estenda alla popolazione femminile e maschile per
cui esiste l'indicazione, anche attraverso l'accesso in regime di
prezzo agevolato, e' necessario un impegno ulteriore da parte
delle istituzioni. Prima di tutto attraverso il potenziamento
della funzione informativa che le italiane attribuiscono al
Servizio sanitario nazionale. Il ruolo svolto in modo efficace
dai servizi vaccinali delle Asl deve essere sviluppato ed esteso
alle donne che non sono target della campagna gratuita. E non
possono non essere coinvolti anche i medici curanti, dal
ginecologo al pediatra, chiamati a svolgere il loro ruolo di
guida esperta: possono rappresentare una fonte d'informazione
strategica e 'vicina' per favorire una maggiore diffusione tra le
donne italiane dei comportamenti di prevenzione delle patologie
Hpv-correlate.
(Com/Wel/Dire)
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