(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 31 mar. - "Salviamo i bambini
di Taranto" e' il nome della manifestazione che partira' il
prossimo 2 aprile per denunciare la "sempre piu' precaria
situazione ambientale e sanitaria in cui versa il territorio
jonico", come si legge sul comunicato del Fondo Antiodiossina che
organizza l'evento. In particolar modo l'evento e' dedicato a
tutti i bambini di Taranto ed in particolar modo a quelli che
vivono a pochi metri dai camini dell'area industriale.
"Gli sforamenti dei limiti di legge dei cancerogeni immessi
nell'ambiente sembrano non arrestarsi mai - ha dichiarato Fabio
Matacchiera, rappresentante del Fondo Antidiossina - coinvolgendo
specialmente i quartieri limitrofi all'area industriale. Ed e'
proprio per questo motivo che il Fondo Antidiossina Taranto Onlus
ha chiesto alla Questura di Taranto di poter manifestare in
strada, per il prossimo 2 aprile". Nel comunicato diffuso dal
Fondo Antidiossina si legge: "Solo per avere un'idea, nella piu'
grande acciaieria d'Europa coesistono oltre 200 camini, a cui si
devono aggiungere altre decine di fumaioli presenti nella
raffineria Eni, nella Cementir e nelle altre industrie limitrofe.
Tutto questo sta causando un costante pericolo per la salute
pubblica ed una condizione di vita molto disagiata, sia dal punto
di vista sanitario che ambientale. In particolar modo, i piu'
penalizzati sono coloro che, non avendo la possibilita' di
acquistare altrove nuove case, sono costretti a vivere piu' a
stretto contatto con i fumi e con le polveri diffuse specialmente
dall'Ilva".
Il Fondo Antidiossina Taranto ha preso contatto con alcuni
avvocati perche' presentino ricorso alla Corte Europea dei
Diritti dell'Uomo, affinche' venga tutelata la vita e la salute
dei tarantini. L'azione ha lo scopo di obbligare lo Stato
italiano e le istituzioni pubbliche ad adottare tutte le misure
idonee alla tutela dei diritti fondamentali di tutti gli abitanti
di Taranto e in particolare di quelli del rione Tamburi, che si
trova maggiormente a ridosso dell'area industriale. La Corte
potrebbe accordare un risarcimento dei danni subiti ma sopratutto
fare in modo che si intervenga per il trasferimento delle
famiglie e dei bambini che vivono a ridosso dell'acciaieria.
(Wel/ Dire)