DOPO UNA SENTENZA DELLA CASSAZIONE A RISCHIO GLI ASSEGNI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 31 mar. - Una proposta di legge
per chiarire una volta per tutte che per valutare i limiti di
reddito per ricevere le pensioni di invalidita' deve essere
considerato solamente il reddito individuale del soggetto e non
anche il reddito del coniuge. A proporla e' il Partito
Democratico, che ha presentato oggi alla Camera (prima firmataria
Amalia Schirru) un testo per superare i dubbi sorti in seguito ad
una recente sentenza della Cassazione che, cambiando un
precedente orientamento, ha stabilito che il reddito del coniuge
deve essere considerato per valutare se ad un soggetto possono
essere erogati la pensione o l'assegno di invalidita' concessi a
invalidi civili, ciechi e sordi. Ad essere interessate al
provvedimento sono oltre 850 mila gli invalidi totali o parziali.
Il pronunciamento, arrivato su richiesta esplicita da parte
dell'Inps, potrebbe comportare la sospensione del trattamento per
quegli invalidi che oggi, con il solo proprio reddito, non
superano i limiti di reddito fissati ma che, sommando quello del
coniuge, sforano tale tetto. L'importo della pensione e' di
260,27 euro mensili, mentre i limiti di reddito per averlo sono
fissati in 15.154,24 euro lordi per gli invalidi totali e in
4.470,70 euro lordi per gli invalidi civili parziali.
La proposta di legge, composta da un solo articolo, stabilirebbe
che "ai fini dell'accertamento del requisito reddituale richiesto
per la concessione della provvidenze economiche a' va considerato
esclusivamente il reddito personale dell'invalido assoggettabile
all'imposta sul reddito delle persone fisiche", chiarendo cosi'
le differenti interpretazione che col tempo i giudici hanno
sostenuto. Il tentativo dei proponenti e' quello di una celere
approvazione, possibilmente con il consenso dell'intero arco
parlamentare, cosi' come gia' avvenuto alcune settimane fa con la
norma che, fornendo un'interpretazione autentica sulle
disposizioni riguardanti il collocamento obbligatorio, ha di
fatto reintegrato la riserva del 7% che era stata precedentemente
intaccata.
"Il mondo della disabilita' - si legge nella relazione che
accompagna la proposta - ha subito negli ultimi mesi pesanti
tagli ai capitoli di bilancio che finanziavano importanti servizi
assistenziali, ha registrato un significativo calo di avviamenti
al lavoro, e' fortemente penalizzato dai ritardi crescenti
dell'Inps nel riconoscimento di fondamentali diritti e non e'
disposto a tollerare questo ulteriore, pesante attacco ai
trattamenti pensionistici". "Trattamenti - continua il testo -
che peraltro sono di importo insufficiente a garantire una vita
dignitosa e per i quali occorrerebbe semmai un significativo
incremento: per questo siamo convinti che la proposta trovera'
ampio e convinto accoglimento in tutte le componenti politiche e
che il Parlamento sapra' restituire serenita' a migliaia di
persone disabili oggi preoccupate per i continui attacchi a
fondamentali diritti sociali".
(Wel/ Dire)