FISH: 2595 RISULTANO ISCRITTI NELLE LISTE DEL COLLOCAMENTO
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 24 mar. - Nel nostro paese
esiste un fenomeno emergente, quello degli immigrati con
disabilita', che presenta un profilo non ancora cosi' forte e
che, invece, diventera' un tema sempre piu' importante e urgente.
A sottolinearlo e' stata questa mattina a Roma Isabella
Manichini, responsabile dell'Agenzia per il welfare del Comune
Parma e coordinatrice del progetto Dse ( Disability and social
inclusion). "Una persona disabile immigrata non ha gli stessi
diritti di un italiano disabile che gia' ne ha pochi. I servizi e
l'assistenza, infatti, spesso sono preclusi a chi non ha un
permesso di soggiorno sanitario- ha aggiunto il presidente della
Fish, Pietro Barbieri-. Sono molte le questioni aperte. È un
fenomeno che c'e' e che non e' ancora molto conosciuto. Spesso la
disabilita' viene riportata qui in Italia, magari in seguito a un
incidente sul lavoro, ma spesso queste persone che molte volte
lavorano in nero, non hanno ne' copertura ne' riconoscimento dei
diritti". Secondo Barbieri questo e' un fenomeno che va
affrontato anche pensando a una nuova legge sulla cittadinanza.
"Una persona con disabilita' difficilmente si sposta nel nostro
paese per brevi periodi- continua-.
Tendenzialmente si stabilisce in Italia, ma con molte difficolta'
anche per quanto riguarda i servizi di assistenza". Secondo i
dati dell'Isfol relativi alla relazione sulla legge 68, nel 2008
sono 2136 gli immigrati disabili nelle liste di collocamento
obbligatorio di cui 223 donne, mentre nel 2009 il dato sale a
2595 ( di cui 932 donne). Gli avviamenti al lavoro hanno
riguardato nel 2008 707 persone disabili immigrate (di cui 30%
donne) e nel 2009 520 stranieri disabili di cui il 32% costituito
da donne.
Ma per le persone disabili straniere alle difficolta' di
carattere assistenziale e lavorativo, spesso si aggiungono quelle
culturali, particolarmente evidenti per quanto riguarda i casi di
disabilita' intellettiva. Rispetto agli italiani le persone
immigrate hanno "esigenze particolari legate alla cultura di
provenienza. Il nostro approccio di cura e' diverso e potrebbe
essere considerato anche un'invasione", sottolinea Roberto
Ortoleva, responsabile degli interventi di rete presso l'azienda
sanitaria provinciale di Catania. "Tra gli immigrati che arrivano
in Italia alcune persone presentano un tipo di disabilita',
diciamo cosi' classica, cioe' fisica o mentale. Ma se
consideriamo la disabilita' come svantaggio psicosociale allora
riguarda praticamente tutti- aggiunge-. Ma quanto riguarda i
servizi esistono diverse situazioni, legate particolarmente allo
status del migrnate. Chi e' rifugiato o richiedente asilo ha un
tipo di assistenza sicuramente migliore". In Sicilia ricorda
Ortoleva esiste il Villaggio della solidarieta' che rappresenta
una best practice in Ue ( 3.200 posti letto riservato a rifugiati
e richiedenti asilo). "Senza l'attenzione dell'Italia e
dell'Europa, pero', rischia di diventare un contenitore
esplosivo. La Sicilia da sola non puo' sostenere tutto il peso.
Resta il problema di portare avanti programmi di inclusione vera.
Sono necessari approcci nei comuni per creare sistemi di
integrazione".
Tra le best practice presentate questa mattina nel corso del
convegno Dse c'e' anche lo sportello per immigrati disabili del
comune di Torino. "Spesso si fa poca attenzione al problema degli
immigrati con disabilita', il cui numero e' impossibile da
quantificare. La disabilita' associata alla condizione di
straniero complica inevitabilmente i rapporti familiari e sociali
soprattutto nelle seconde generazioni, quelle cioe' che sono nate
in Italia e che ogni giorno sono alla ricerca di una propria
identita', cercando di conciliare i valori di riferimento della
famiglia d'origine con la nostra societa'", sottolineano i
promotori. Per far fronte a questa situazione il comune di Torino
ha attivato circa un anno fa uno sportello d'accoglienza rivolto
alle persone straniere con disabilita' e alle loro famiglie, allo
scopo di orientarle, offrire loro servizi di consulenza alla
pari, consulenza psicologica, affiancamento nel disbrigo delle
pratiche burocratiche e altro.
(Wel/ Dire)